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Rettocele: il prolasso che nessuno racconta, ma che si può curare

Dr. Francesco Caruso - Specialista proctologia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail carusochirurgo@gmail.com
Dr. Francesco Caruso - Specialista proctologia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail carusochirurgo@gmail.com

Il rettocele è una patologia benigna ma molto più diffusa di quanto si pensi. Eppure, spesso rimane non diagnosticata, scambiata per “stitichezza” o “colon irritabile”, oppure trattata a lungo con terapie inefficaci.

Si tratta, invece, di una vera e propria erniazione del retto anteriore nella parete posteriore della vagina, che compromette la defecazione, altera la sessualità e, nei casi più avanzati, influisce sulla qualità della vita quotidiana.


Cos'è il rettocele?


Secondo le linee guida congiunte ICS–IUGA–SICCR–ASCRS 2023, il rettocele è una bulging o protrusione del retto verso la vagina, causata da un indebolimento del setto retto-vaginale, spesso associato ad altre forme di prolasso pelvico.


Può essere:


  • Asintomatico (rettocele anatomico)

  • Sintomatico (rettocele funzionale)


Sintomi principali:


  • Evacuazione incompleta o difficoltosa

  • Necessità di digitazione vaginale o perineale per svuotare il retto

  • Sensazione di corpo estraneo vaginale o anale

  • Dolore perineale o pelvico cronico

  • Rapporti sessuali dolorosi (dispareunia)

  • Talvolta, associazione con incontinenza fecale o urinaria


Molte pazienti convivono in silenzio con questi disturbi, pensando sia “normale” dopo il parto, o per l’età. Non lo è.

Un caso concreto


Donna, 49 anni, due parti naturali, operata 10 anni prima per isterectomia. Da anni lamentava senso di peso vaginale, difficoltà a evacuare e bisogno di “spingere con le dita” nella vagina per completare la defecazione. Era stata trattata per anni con fibre, clisteri e lassativi. Nessun sollievo.

Visita proctologica con esplorazione rettale dinamica: rettocele sintomatico di II grado.Eseguita defecografia e successiva RMN dinamica: confermata alterazione del comparto posteriore pelvico.

Trattata con plastica di rettocele transanale mininvasiva, in day surgery. Nessuna recidiva a 6 mesi, svuotamento rettale completo, rapporti sessuali ripresi senza dolore.“Pensavo fosse tutto nella mia testa. Invece era il mio corpo che chiedeva aiuto.”


Diagnosi: metodo, rispetto, strumenti


Ogni paziente con sospetto rettocele va valutata in modo multidisciplinare e rispettoso. Gli step raccomandati:

  1. Visita proctologica con esplorazione dinamica

  2. Valutazione ginecologica pelvica (per sospetto prolasso associato)

  3. Defecografia tradizionale o con RMN (gold standard per valutazione funzionale e multiparametrica del pavimento pelvico)

  4. Manometria anorettale e studio della sensibilità nei casi complessi

  5. Colonscopia solo in caso di sintomi associati o per screening


Trattamento: chirurgia solo se necessario


Le linee guida ASCRS–SICCR–ICS concordano: il trattamento va deciso in base alla severità dei sintomi, e non solo alle immagini.


🔹 Terapia conservativa (prima linea nei casi lievi-moderati):

  • Riabilitazione del pavimento pelvico

  • Biofeedback evacuativo

  • Dieta equilibrata con adeguata idratazione

  • Tecniche di evacuazione posturale

🔹 Trattamento chirurgico (solo nei casi sintomatici refrattari):

  • Plastica del rettocele transanale con sutura del setto retto-vaginale

  • Proctosigmoidectomia con anastomosi (Delorme, STARR, Altemeier) nei prolassi misti

  • Approccio vaginale/ginecologico combinato nei casi complessi o associati a prolassi anteriori

  • In casi selezionati: riparazione laparoscopica con mesh (rettopessi ventrale)


Un altro caso, una svolta


Una giovane paziente di 36 anni, mai madre, riferiva da sempre stipsi refrattaria con evacuazioni parziali e dolore perineale. Tutti gli specialisti avevano etichettato il caso come colon irritabile.Solo alla defecografia si evidenziò rettocele posteriore + ipotonia del pubo-rettale. Trattata con biofeedback e riabilitazione intensiva, è tornata a evacuare regolarmente senza intervento chirurgico.

Non tutto si taglia. Ma tutto va studiato con metodo.

Il mio approccio


In presenza di sintomi compatibili, non banalizzo e non cronicizzo. Ogni paziente riceve:

✔️ Una diagnosi funzionale completa✔️ Collaborazione ginecologica e radiologica✔️ Un piano terapeutico non automatico, ma personalizzato✔️ E, se necessario, chirurgia mininvasiva, in regime ambulatoriale o one-day


Perché il rettocele non è “solo stitichezza”. È un problema anatomico e funzionale, che merita ascolto, diagnosi e risposte efficaci.

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