La diagnosi corretta e senza errori di emorroidi, trombosi e prolasso
- Francesco Caruso
- 26 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Come si fa la diagnosi di emorroidi: l’approccio corretto (e quello che evita errori)
La diagnosi di emorroidi è clinica. Significa che non servono subito grandi esami o macchinari: servono una buona anamnesi (le domande giuste) e un esame obiettivo accurato. E' quindi fondamentale un professionista affidabile e di esperienza. È qui che si fa la vera differenza tra “credo siano emorroidi” e “so esattamente di cosa si tratta”.
1️⃣ Ascoltare i sintomi: ciò che il paziente racconta ci guida già a metà diagnosi
Domande fondamentali:
Il sangue è rosso vivo?
È sulla carta, sulle feci o gocciola nel water?
C’è prolasso (qualcosa che esce fuori)?
Dolore? Prurito? Muco?
Ci sono episodi di stipsi o sforzo
Spesso i pazienti arrivano dicendo:📌
“È sicuramente una ragade, dottore”…e invece è una congestione emorroidaria.
Altri:📌
“Saranno emorroidi… sanguino da mesi”…e invece serve approfondire altra patologia, perché non tutto il sangue è “sempre emorroidi”.
2️⃣ Guardare e toccare: l’esame che chiarisce tutto
Il percorso diagnostico prevede:
🔹 Ispezione perianale
Si osserva la presenza di emorroidi esterne, trombosi, skin tag o prolasso visibile.
🔹 Esplorazione digitale del retto
Fondamentale per valutare tono sfinterico, dolore, noduli o masse. Molti pazienti temono questa parte… ma è rapida. indolore ed assolutamente necessaria.
🔹 Anoscopia
Un piccolo strumento che ci permette di vedere all’interno: qui le emorroidi interne saltano subito all’occhio. È indolore e dura pochi secondi.
Caso tipico:📌 Un paziente di 52 anni con sanguinamento “da anni”. Visita normale esternamente, ma all’anoscopia si nota una congestione interna ➡️ Diagnosi corretta = terapia corretta.
3️⃣ La classificazione delle emorroidi interne: capire il “grado” cambia il trattamento
Le emorroidi interne vengono classificate in quattro stadi, in base a quanto prolassano:
Grado | Caratteristiche |
I | Aumentate di volume ma non prolassano |
II | Prolassano con lo sforzo ma rientrano da sole |
III | Prolasso da ridurre manualmente |
IV | Prolasso sempre fuori, non riducibile |
Si tratta di una vecchia classificazione, spesso incompleta, ma ancora oggi utilizzata
Esempio clinico:📌
Donna 37 anni: “Devo spingerle dentro ogni volta…” ➡️ Prolasso di III grado → terapia ambulatoriale o chirurgica, non solo crema.
Le emorroidi esterne, invece, si diagnosticano a vista e al tatto: se c’è dolore acuto e nodulo violaceo, pensiamo subito a trombosi.
4️⃣ Non fermiamoci al primo sospetto: quando servono altri esami
Le linee guida internazionali (ASCRS, ACG) sono chiarissime: se c’è qualcosa di atipico, si deve approfondire.
🔹 Colonscopia o rettosigmoidoscopia in caso di:
sanguinamento in pazienti >50 anni
familiarità per tumore del colon-retto
sangue misto alle feci
anemia, perdita di peso, alterazioni dell’alvo
Perché? Perché spesso le patologie convivono: una persona può avere emorroidi e un polipo sanguinante, per esempio.
La diagnosi corretta è il primo vero trattamento
Molti pazienti arrivano già con creme, integratori, auto-diagnosi prese online. Lo dico sempre:
“Prima capiamo cosa sta succedendo. Poi lo curiamo nel modo giusto.”
Se sospetti emorroidi:
➡️ fatti visitare da uno specialista del pavimento pelvico e del colon-retto
➡️ non autodiagnosticarti con Google o su ChatGTP
➡️ non ignorare il sanguinamento, anche se non fa male



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