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La diagnosi corretta e senza errori di emorroidi, trombosi e prolasso

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Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia dell'apparato digerente e proctologia - tel. 333/8887415 mail: carusochirurgo@gmail.com

Come si fa la diagnosi di emorroidi: l’approccio corretto (e quello che evita errori)


La diagnosi di emorroidi è clinica. Significa che non servono subito grandi esami o macchinari: servono una buona anamnesi (le domande giuste) e un esame obiettivo accurato. E' quindi fondamentale un professionista affidabile e di esperienza. È qui che si fa la vera differenza tra “credo siano emorroidi” e “so esattamente di cosa si tratta”.


1️⃣ Ascoltare i sintomi: ciò che il paziente racconta ci guida già a metà diagnosi


Domande fondamentali:

  • Il sangue è rosso vivo?

  • È sulla carta, sulle feci o gocciola nel water?

  • C’è prolasso (qualcosa che esce fuori)?

  • Dolore? Prurito? Muco?

  • Ci sono episodi di stipsi o sforzo


Spesso i pazienti arrivano dicendo:📌

“È sicuramente una ragade, dottore”…e invece è una congestione emorroidaria.


Altri:📌

“Saranno emorroidi… sanguino da mesi”…e invece serve approfondire altra patologia, perché non tutto il sangue è “sempre emorroidi”.


2️⃣ Guardare e toccare: l’esame che chiarisce tutto


Il percorso diagnostico prevede:


🔹 Ispezione perianale

Si osserva la presenza di emorroidi esterne, trombosi, skin tag o prolasso visibile.

🔹 Esplorazione digitale del retto

Fondamentale per valutare tono sfinterico, dolore, noduli o masse. Molti pazienti temono questa parte… ma è rapida. indolore ed assolutamente necessaria.

🔹 Anoscopia

Un piccolo strumento che ci permette di vedere all’interno: qui le emorroidi interne saltano subito all’occhio. È indolore e dura pochi secondi.


Caso tipico:📌 Un paziente di 52 anni con sanguinamento “da anni”. Visita normale esternamente, ma all’anoscopia si nota una congestione interna ➡️ Diagnosi corretta = terapia corretta.


3️⃣ La classificazione delle emorroidi interne: capire il “grado” cambia il trattamento


Le emorroidi interne vengono classificate in quattro stadi, in base a quanto prolassano:

Grado

Caratteristiche

I

Aumentate di volume ma non prolassano

II

Prolassano con lo sforzo ma rientrano da sole

III

Prolasso da ridurre manualmente

IV

Prolasso sempre fuori, non riducibile

Si tratta di una vecchia classificazione, spesso incompleta, ma ancora oggi utilizzata


Esempio clinico:📌

Donna 37 anni: “Devo spingerle dentro ogni volta…” ➡️ Prolasso di III grado → terapia ambulatoriale o chirurgica, non solo crema.

Le emorroidi esterne, invece, si diagnosticano a vista e al tatto: se c’è dolore acuto e nodulo violaceo, pensiamo subito a trombosi.


4️⃣ Non fermiamoci al primo sospetto: quando servono altri esami


Le linee guida internazionali (ASCRS, ACG) sono chiarissime: se c’è qualcosa di atipico, si deve approfondire.


🔹 Colonscopia o rettosigmoidoscopia in caso di:

  • sanguinamento in pazienti >50 anni

  • familiarità per tumore del colon-retto

  • sangue misto alle feci

  • anemia, perdita di peso, alterazioni dell’alvo


Perché? Perché spesso le patologie convivono: una persona può avere emorroidi e un polipo sanguinante, per esempio.


La diagnosi corretta è il primo vero trattamento


Molti pazienti arrivano già con creme, integratori, auto-diagnosi prese online. Lo dico sempre:

“Prima capiamo cosa sta succedendo. Poi lo curiamo nel modo giusto.”

Se sospetti emorroidi:


➡️ fatti visitare da uno specialista del pavimento pelvico e del colon-retto

➡️ non autodiagnosticarti con Google o su ChatGTP

➡️ non ignorare il sanguinamento, anche se non fa male


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