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Steatosi epatica: può davvero trasformarsi in tumore?

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Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

Quando parliamo di steatosi epatica – il cosiddetto “fegato grasso” – molti pensano a una condizione innocua, quasi una curiosità ecografica. In realtà, nella mia esperienza clinica, rappresenta una bomba a orologeria che, se ignorata, può evolvere in malattie gravi, fino al carcinoma epatocellulare (HCC), il tumore primitivo del fegato più frequente.


Dalla steatosi epatica alla cirrosi: il percorso del danno


La steatosi epatica è l’accumulo eccessivo di grasso all’interno degli epatociti. Può essere alcolica (Alcohol-Associated Liver Disease) o non alcolica, oggi definita Malattia Epatica Associata a Disfunzione Metabolica (MASLD).Il problema nasce quando il grasso non è un semplice “deposito”, ma diventa tossico per la cellula: parliamo allora di steatoepatite (alcolica o metabolica, MASH). In questa fase, il fegato è sede di infiammazione cronica, fibrosi progressiva e, in alcuni casi, cirrosi.


E la cirrosi – indipendentemente dalla causa – è il principale terreno fertile per lo sviluppo di un tumore epatico. Secondo i dati dell’American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD), il rischio annuo di carcinoma epatocellulare nei pazienti con cirrosi da steatoepatite può arrivare al 3%.


Il tumore può arrivare anche senza cirrosi


Uno degli aspetti più insidiosi è che l’HCC può svilupparsi anche in assenza di cirrosi, soprattutto nei pazienti con MASLD. Studi recenti pubblicati su Hepatology e Journal of Hepatology dimostrano che fino al 30-40% dei casi di carcinoma epatocellulare correlato a MASLD si presenta in fegati non cirrotici.Questo cambia completamente la prospettiva: non possiamo limitarci a sorvegliare solo i cirrotici, perché una quota non trascurabile di tumori nasce prima.


Chi è più a rischio


I fattori che aumentano il rischio di evoluzione neoplastica sono ben noti:

  • Obesità e sindrome metabolica

  • Diabete di tipo 2 (che raddoppia o triplica il rischio)

  • Età avanzata

  • Familiarità per tumore del fegato

  • Coesistenza di epatopatie virali o abuso di alcol


Un paziente che seguo da anni, 64 anni, diabetico e in sovrappeso, con steatosi “banale” all’ecografia, ha sviluppato in pochi anni una steatoepatite con fibrosi avanzata. Non aveva mai avuto sintomi. Lo abbiamo inserito in un programma di sorveglianza ecografica semestrale e, due anni fa, un nodulo di 18 mm è stato diagnosticato in fase precoce e trattato con termoablazione: oggi è libero da malattia. Senza quel monitoraggio, la diagnosi sarebbe arrivata tardi.


Perché il grasso può favorire il cancro


Il meccanismo è multifattoriale:


  • Lipotossicità: l’accumulo di acidi grassi provoca stress ossidativo e danno al DNA degli epatociti.

  • Infiammazione cronica: citochine e fattori di crescita alterano il microambiente epatico.

  • Fibrosi: il tessuto cicatriziale modifica l’architettura del fegato, favorendo la trasformazione neoplastica.

  • Insulino-resistenza: aumenta la proliferazione cellulare e riduce l’apoptosi delle cellule danneggiate.


Come prevenire la progressione


La prevenzione parte da due pilastri:


  1. Correzione dei fattori di rischio – perdita di peso, controllo della glicemia e della pressione, astensione dall’alcol. Una riduzione del peso corporeo di ≥10% può determinare regressione della steatoepatite e della fibrosi.

  2. Sorveglianza ecografica periodica – nei pazienti con fibrosi avanzata o cirrosi, ma anche in quelli con più fattori di rischio, l’ecografia semestrale (associata al dosaggio dell’AFP in contesti selezionati) aumenta enormemente le probabilità di diagnosi precoce.


Messaggio finale


La steatosi epatica non è solo una macchia chiara vista in ecografia: è spesso il primo capitolo di una storia che può concludersi con un tumore. Ma, a differenza di altre malattie oncologiche, qui abbiamo un vantaggio: possiamo cambiare il finale.Il momento per farlo è adesso, con una valutazione specialistica, uno stile di vita corretto e un follow-up regolare. Ho visto pazienti passare da una fibrosi avanzata a un fegato quasi normale in pochi anni, semplicemente intervenendo in tempo.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415


Fonti principali:


  • American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD) Practice Guidance on MASLD, 2018.

  • Crabb DW et al. Hepatology. 2020;71(1):306-333.

  • European Association for the Study of the Liver (EASL) Clinical Practice Guidelines. J Hepatol. 2021.

  • Scoglio R, Grattagliano I. Nuove linee guida americane per la gestione della NAFLD. Rivista SIMG. 2022.

  • White DL et al. NAFLD and HCC risk without cirrhosis. Hepatology. 2021.

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