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Steatosi Epatica: come capire se sta peggiorando

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Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

La diagnosi di steatosi epatica è spesso vissuta come un episodio isolato: un’ecografia fatta per altri motivi, un referto che parla di “fegato lievemente aumentato di ecogenicità”. E il paziente pensa: “Niente di grave, non serve fare nulla”.


Nella mia esperienza, questa è la trappola più pericolosa: la steatosi può rimanere stabile per anni, ma in alcuni casi evolve rapidamente verso fibrosi avanzata, cirrosi e, nei casi più gravi, carcinoma epatocellulare. Capire se e quando sta peggiorando è l’unico modo per intervenire in tempo.


Steatosi epatica: I segnali silenziosi (che non si sentono)


La progressione della steatosi è spesso asintomatica. Molti dei miei pazienti più gravi non avevano mai avvertito dolore o disturbi importanti. L’assenza di sintomi non significa assenza di malattia.


I segni iniziali di peggioramento sono quasi sempre biochimici o strumentali:


  • Aumento progressivo delle transaminasi (ALT e AST) o della GGT

  • Incremento della ferritina e riduzione dell’albumina

  • Comparsa di piastrinopenia (spia di fibrosi avanzata)


Gli strumenti per valutare la progressione


Oggi, grazie a linee guida internazionali (AASLD 2018, EASL 2021, AACE 2022), abbiamo strumenti semplici e validati per capire a che punto è la malattia:


  1. Score FIB-4

    • Si calcola da età, AST, ALT e piastrine.

    • Valori bassi → basso rischio di fibrosi; valori alti → necessaria valutazione specialistica approfondita.

  2. Ecografia epatica

    • Economica e diffusa, utile per seguire la quantità di grasso e l’eventuale comparsa di segni di fibrosi o ipertensione portale.

  3. Elastografia (FibroScan o elastografia RM)

    • Misura la rigidità del fegato: valori crescenti indicano fibrosi in progressione.

  4. Esami di laboratorio di secondo livello

    • Marker di fibrosi (ELF test, Pro-C3), studi ancora poco diffusi in Italia ma molto utili nei casi dubbi.


Esperienze dal mio ambulatorio


Un paziente di 52 anni, sovrappeso, con diabete di tipo 2 e una steatosi “lieve” diagnosticata nel 2019, aveva un FIB-4 basso. Dopo tre anni di mancati controlli, torna con un’ecografia che mostra segni di ipertensione portale. L’elastografia conferma una rigidità epatica di 19 kPa (cirrosi). Nessun sintomo, nessun dolore, nessun avvertimento: solo un peggioramento silenzioso che si sarebbe potuto intercettare con un controllo annuale.

Al contrario, una paziente di 45 anni, obesa e con steatosi severa, seguita ogni sei mesi con ecografia ed elastografia, ha ridotto il peso del 12% in due anni. Il suo FIB-4 è sceso da zona “intermedia” a “bassa”, e la rigidità epatica è migliorata da 10 a 6 kPa: un fegato ringiovanito.


Quando preoccuparsi di più


Le linee guida raccomandano un’attenzione particolare in presenza di:

  • Sindrome metabolica completa (obesità, ipertensione, dislipidemia, diabete)

  • Età >50 anni

  • Aumento persistente delle transaminasi >2 volte il limite normale

  • Coesistenza di alcol, epatite virale o malattie autoimmuni


Il piano di sorveglianza


Per chi ha la steatosi, il mio consiglio operativo è:

  • Basso rischio (FIB-4 basso, senza altri fattori): ecografia + esami ematici ogni 12 mesi

  • Rischio intermedio: elastografia + ecografia + esami ogni 6-12 mesi

  • Alto rischio (fibrosi avanzata o cirrosi): sorveglianza oncologica ecografica ogni 6 mesi


Messaggio finale


Il peggioramento della steatosi non è inevitabile, ma è imprevedibile senza controlli regolari. Ho visto fegati peggiorare drasticamente in due anni e altri migliorare visibilmente nello stesso tempo, a parità di condizione iniziale. La differenza l’ha fatta solo una cosa: chi si è fatto seguire, e chi no.


Non aspettare i sintomi: quando arrivano, è spesso troppo tardi per tornare indietro.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415


Fonti principali:


  • American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD) Practice Guidance on MASLD, 2018.

  • European Association for the Study of the Liver (EASL) Clinical Practice Guidelines. J Hepatol. 2021.

  • Scoglio R, Grattagliano I. Nuove linee guida americane per la gestione della NAFLD. Rivista SIMG. 2022.

  • Younossi ZM et al. Global epidemiology of NAFLD and NASH. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2023.

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