Steatosi Epatica: come capire se sta peggiorando
- Francesco Caruso
- 5 ago
- Tempo di lettura: 3 min

La diagnosi di steatosi epatica è spesso vissuta come un episodio isolato: un’ecografia fatta per altri motivi, un referto che parla di “fegato lievemente aumentato di ecogenicità”. E il paziente pensa: “Niente di grave, non serve fare nulla”.
Nella mia esperienza, questa è la trappola più pericolosa: la steatosi può rimanere stabile per anni, ma in alcuni casi evolve rapidamente verso fibrosi avanzata, cirrosi e, nei casi più gravi, carcinoma epatocellulare. Capire se e quando sta peggiorando è l’unico modo per intervenire in tempo.
Steatosi epatica: I segnali silenziosi (che non si sentono)
La progressione della steatosi è spesso asintomatica. Molti dei miei pazienti più gravi non avevano mai avvertito dolore o disturbi importanti. L’assenza di sintomi non significa assenza di malattia.
I segni iniziali di peggioramento sono quasi sempre biochimici o strumentali:
Aumento progressivo delle transaminasi (ALT e AST) o della GGT
Incremento della ferritina e riduzione dell’albumina
Comparsa di piastrinopenia (spia di fibrosi avanzata)
Gli strumenti per valutare la progressione
Oggi, grazie a linee guida internazionali (AASLD 2018, EASL 2021, AACE 2022), abbiamo strumenti semplici e validati per capire a che punto è la malattia:
Score FIB-4
Si calcola da età, AST, ALT e piastrine.
Valori bassi → basso rischio di fibrosi; valori alti → necessaria valutazione specialistica approfondita.
Ecografia epatica
Economica e diffusa, utile per seguire la quantità di grasso e l’eventuale comparsa di segni di fibrosi o ipertensione portale.
Elastografia (FibroScan o elastografia RM)
Misura la rigidità del fegato: valori crescenti indicano fibrosi in progressione.
Esami di laboratorio di secondo livello
Marker di fibrosi (ELF test, Pro-C3), studi ancora poco diffusi in Italia ma molto utili nei casi dubbi.
Esperienze dal mio ambulatorio
Un paziente di 52 anni, sovrappeso, con diabete di tipo 2 e una steatosi “lieve” diagnosticata nel 2019, aveva un FIB-4 basso. Dopo tre anni di mancati controlli, torna con un’ecografia che mostra segni di ipertensione portale. L’elastografia conferma una rigidità epatica di 19 kPa (cirrosi). Nessun sintomo, nessun dolore, nessun avvertimento: solo un peggioramento silenzioso che si sarebbe potuto intercettare con un controllo annuale.
Al contrario, una paziente di 45 anni, obesa e con steatosi severa, seguita ogni sei mesi con ecografia ed elastografia, ha ridotto il peso del 12% in due anni. Il suo FIB-4 è sceso da zona “intermedia” a “bassa”, e la rigidità epatica è migliorata da 10 a 6 kPa: un fegato ringiovanito.
Quando preoccuparsi di più
Le linee guida raccomandano un’attenzione particolare in presenza di:
Sindrome metabolica completa (obesità, ipertensione, dislipidemia, diabete)
Età >50 anni
Aumento persistente delle transaminasi >2 volte il limite normale
Coesistenza di alcol, epatite virale o malattie autoimmuni
Il piano di sorveglianza
Per chi ha la steatosi, il mio consiglio operativo è:
Basso rischio (FIB-4 basso, senza altri fattori): ecografia + esami ematici ogni 12 mesi
Rischio intermedio: elastografia + ecografia + esami ogni 6-12 mesi
Alto rischio (fibrosi avanzata o cirrosi): sorveglianza oncologica ecografica ogni 6 mesi
Messaggio finale
Il peggioramento della steatosi non è inevitabile, ma è imprevedibile senza controlli regolari. Ho visto fegati peggiorare drasticamente in due anni e altri migliorare visibilmente nello stesso tempo, a parità di condizione iniziale. La differenza l’ha fatta solo una cosa: chi si è fatto seguire, e chi no.
Non aspettare i sintomi: quando arrivano, è spesso troppo tardi per tornare indietro.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415
Fonti principali:
American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD) Practice Guidance on MASLD, 2018.
European Association for the Study of the Liver (EASL) Clinical Practice Guidelines. J Hepatol. 2021.
Scoglio R, Grattagliano I. Nuove linee guida americane per la gestione della NAFLD. Rivista SIMG. 2022.
Younossi ZM et al. Global epidemiology of NAFLD and NASH. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2023.


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