Sei sotto i 50 anni e in salute - Il tumore del colon oggi non guarda più l’età
- Francesco Caruso
- 30 lug
- Tempo di lettura: 4 min

Per decenni abbiamo considerato il tumore del colon come una malattia “da adulti”, da tenere sotto controllo dopo i 50 anni. Le campagne di screening, le linee guida e persino il linguaggio dei medici si sono orientati in quella direzione. Ma qualcosa sta cambiando. E in modo preoccupante.
Sempre più spesso, nelle sale endoscopiche e nei reparti chirurgici, ci troviamo di fronte a pazienti giovani — trentenni, quarantenni — senza familiarità nota, senza segni premonitori, senza fattori di rischio evidenti. Persone che conducono una vita sana, che fanno sport, che non fumano, che non si sarebbero mai aspettate di trovarsi davanti a una diagnosi oncologica così seria. E invece il tumore è lì. Silenzioso, subdolo, ma reale.
Un trend globale, non una coincidenza
Le Linee Guida ASCRS 2022 parlano chiaro: nei Paesi occidentali, l’incidenza del tumore del colon nei soggetti sotto i 50 anni è in aumento. Una realtà confermata anche da recenti pubblicazioni italiane, e recepita nelle Linee Guida AIOM 2024, che sottolineano la necessità di rivedere alcuni criteri di screening, soprattutto in presenza di sintomi o familiarità, anche se il paziente è giovane.
Negli Stati Uniti, al punto da indurre l’American Cancer Society a raccomandare l’inizio dello screening a 45 anni. Una soglia che non è più “precauzione”, ma realtà. E anche in Europa si sta discutendo seriamente l’adeguamento dei protocolli.
La storia di Andrea
Andrea ha 42 anni, fa il manager, corre ogni settimana, mangia in modo sano. Da mesi accusava un po’ di stanchezza, alternanza dell’alvo, qualche episodio di sangue nelle feci che aveva attribuito alle “emorroidi”. Nessun medico lo aveva mai indirizzato a fare controlli approfonditi, anche perché “sei troppo giovane per queste cose”.
Quando finalmente fece la colonscopia, fu individuato un adenocarcinoma del colon sinistro in stadio II. È stato operato con tecnica laparoscopica, senza bisogno di chemio, ed è oggi in follow-up. Ma la sua domanda resta impressa: “Perché nessuno mi ha detto che potevo avere un tumore, anche alla mia età?”
La risposta è semplice e drammatica: non lo si credeva possibile.
Quali sono i segnali da non ignorare?
Il problema dei tumori del colon nei giovani è che spesso vengono sottovalutati. Sia dal paziente che dal medico. I sintomi sono spesso gli stessi di patologie benigne e comuni (emorroidi, colon irritabile, piccoli disturbi intestinali). Ma se questi sintomi:
persistono per settimane,
si associano a perdita di peso inspiegabile
provocano anemia
o si accompagnano a sangue nelle feci
vanno sempre indagati, indipendentemente dall’età.
Non è la carta d’identità a decidere se un esame è giustificato, ma la presenza di un dubbio clinico.
Le Linee Guida AIOM 2024 raccomandano che, in presenza di segnali persistenti e significativi, anche i pazienti under 50 vengano indirizzati con priorità a esami diagnostici. Il timing B (entro 4 settimane) è esplicitamente indicato nei casi sospetti. Ed è responsabilità del medico non sottovalutare l’età come fattore protettivo assoluto.
Ma perché accade?
Le cause non sono ancora completamente chiare, ma l’ipotesi più accreditata riguarda l’aumento dei fattori pro-infiammatori intestinali legati allo stile di vita occidentale. Diete iperproteiche, sedentarietà, obesità addominale, disbiosi intestinale, abuso di alcol e antibiotici: un insieme di concause che, nel tempo, alterano l’ambiente intestinale e favoriscono l’instaurarsi di mutazioni precoci.
Tuttavia, una percentuale significativa dei tumori giovanili non presenta alcun fattore di rischio evidente. Ed è per questo che non possiamo più considerarli “casi eccezionali”.
Che fare se hai meno di 50 anni?
Il messaggio è chiaro: se hai sintomi intestinali ricorrenti, non aspettare. Se in famiglia c’è stato un caso di tumore del colon-retto, non rimandare la colonscopia a “quando sarà il momento”. Quel momento potrebbe essere ora.
In presenza di familiarità, le linee guida AIOM e ASCRS raccomandano la colonscopia 10 anni prima rispetto all’età di insorgenza del familiare malato. In presenza di sindromi genetiche come la sindrome di Lynch, la sorveglianza inizia ancora prima, anche dai 20 anni.
Prevenire significa agire
Giulia, 39 anni, si era sempre sentita in salute. Durante una visita ginecologica, segnalò all’ecografista un “peso a sinistra” e feci strane. Nessuno pensava fosse un problema intestinale. Ma fece una colonscopia per scrupolo, e il risultato fu un tumore del sigma in stadio iniziale. Operata in laparoscopia, oggi conduce una vita normale. “Ho avuto fortuna”, mi ha detto. Ma non era fortuna. Era una scelta giusta al momento giusto.
Conclusioni
Il tumore del colon non è più una malattia “da over 50”. I numeri, i pazienti, le esperienze quotidiane e le linee guida più aggiornate (AIOM 2024 e ASCRS 2022) lo dimostrano chiaramente. È tempo di aggiornare anche la nostra mentalità. Perché il cancro non guarda la carta d’identità.
Se hai meno di 50 anni, non sentirti “troppo giovane per preoccuparmi”. Sentiti abbastanza consapevole per agire. E se qualcosa non ti torna, non aspettare. Parlane. Chiedi. Indaga. Potrebbe essere la decisione che ti salva la vita.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415


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