Proctite: quando l’infiammazione è silenziosa, ma non innocua
- Francesco Caruso
- 14 lug
- Tempo di lettura: 3 min

La proctite è una condizione infiammatoria del retto, spesso sottodiagnosticata o confusa con disturbi funzionali o patologie emorroidarie. I sintomi sono subdoli, fluttuanti, talvolta minimizzati: tenesmo, bruciore anale, urgenza evacuativa, perdite mucose o ematiche, senso di evacuazione incompleta. Ma dietro questo quadro può celarsi una patologia infiammatoria, infettiva o iatrogena, e — se non trattata correttamente — può cronicizzarsi o peggiorare.
Cos’è la proctite?
La proctite è definita come infiammazione della mucosa rettale, solitamente limitata ai 10–15 cm distali del canale anorettale. Può presentarsi come:
Proctite infiammatoria: isolata o parte di una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI), in particolare rettocolite ulcerosa o Crohn perianale
Proctite infettiva: sessualmente trasmessa (Chlamydia, Neisseria, Treponema, HSV, CMV), micotica, parassitaria
Proctite attinica (da radioterapia)
Proctite iatrogena: da abuso di clisteri irritanti, da immunoterapia o trattamenti sistemici
Proctite eosinofila, autoimmune, ischemica: più rare, ma presenti nei differential diagnosis
Secondo le linee guida ECCO 2024 (European Crohn’s and Colitis Organisation) e ASCRS 2023, è fondamentale identificare con precisione l’eziologia, per guidare una terapia mirata e prevenire complicanze (stenosi, fistole, disfunzioni evacuative).
Un caso rivelatore
Un uomo di 35 anni, sportivo, lamentava da mesi bruciore anale, piccole perdite mucose e urgenza mattutina. Diagnosi iniziale altrove: “emorroidi interne”. Nessuna colonscopia. Nessun tampone. Dopo 6 mesi di terapie topiche inconcludenti, si è rivolto a me.
La visita proctologica ha evidenziato iperemia rettale diffusa, mucosa fragile. Tampone rettale e anoscopia eseguiti subito. Positività per Chlamydia trachomatis. Trattato con doxiciclina 100 mg per 21 giorni. A controllo post-terapia: completa risoluzione.
“La cosa peggiore — mi ha detto — è che pensavo di avere qualcosa di cronico. Bastava una diagnosi giusta, un medico che ascolta.”
Diagnosi: rigorosa, senza scorciatoie
Ogni paziente con sintomi compatibili va valutato con un approccio sistematico, come da raccomandazioni ESGE 2023:
Anoscopia o proctoscopia diretta
Tampone rettale multiplo per batteri, virus, miceti e PCR per STD
Colonscopia con biopsie in caso di sintomi persistenti o sospetto MICI
Esami sierologici ed ematochimici (PCR, VES, HIV, VDRL, CMV)
RM pelvica o ecoendoscopia nei casi complicati o refrattari
Un altro caso, più insidioso
Donna, 52 anni, sottoposta a radioterapia pelvica per tumore ginecologico. Dopo 6 mesi, comparsa di tenesmo e perdita di sangue vivo intermittente. Visita negativa per lesioni emorroidarie. Rettoscopia: mucosa pallida, fragile, telangectasie subepiteliali. Diagnosi: proctite attinica.
Trattata con mesalazina topica + instillazioni di acido ialuronico per via rettale. Risposta parziale. Successivamente eseguite instillazioni di formalina a bassa concentrazione in ambiente controllato. Risoluzione completa a tre mesi.
La proctite attinica non è un effetto collaterale “tollerabile”. Va riconosciuta e trattata in centri con esperienza.
Trattamento: mirato, non standard
Secondo ASCRS e ECCO 2024, la terapia dipende dalla causa:
Proctite infettiva: terapia antibiotica/antivirale specifica secondo antibiogramma e linee CDC
Proctite infiammatoria (RCH, Crohn): mesalazina topica, cortisonici rettali, in casi refrattari immunomodulanti o biologici
Proctite attinica: acido ialuronico, mesalazina, formalina, argon plasma coagulation, terapia HBOT nei centri dedicati
Proctite iatrogena/funzionale: sospensione del farmaco/clistere, modulazione del microbiota, supporto nutrizionale
Il mio approccio
Non esiste “una” proctite. Esiste una mucosa rettale infiammata, da decifrare, rispettare e trattare con criterio.I miei pazienti seguono un protocollo che integra visita, anoscopia, indagini mirate e follow-up regolare. E soprattutto, ricevono una diagnosi, non solo una cura sintomatica.
Perché dietro un bruciore anale che persiste, dietro ogni “piccola perdita”, può esserci una patologia seria. E curabile.


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