Gonfiore addominale: quando sospettare l’ascite e la cirrosi
- Francesco Caruso
- 2 ago
- Tempo di lettura: 3 min

“Dottore, mi sento gonfio… da settimane.”È una delle frasi più frequenti che sento in ambulatorio. E dietro quel “gonfio” può nascondersi un mondo: meteorismo, stipsi, cisti ovariche, masse intestinali... oppure qualcosa di più serio: l’ascite da cirrosi epatica.
Capire quando un addome gonfio è un campanello d’allarme e non solo un fastidio digestivo è fondamentale. Perché l’ascite è spesso la prima manifestazione visibile di una cirrosi scompensata. E riconoscerla in tempo può fare la differenza.
Ascite e cirrosi: cosa sono
L’ascite è un accumulo anomalo di liquido nella cavità addominale. Può essere piccola e silente (visibile solo all’ecografia), oppure massiva, con addome teso, aumento di peso, difficoltà a respirare e a muoversi.
Nella maggior parte dei casi, la causa è la cirrosi epatica: il fegato, colpito da anni di infiammazione e fibrosi, perde la capacità di mantenere la pressione venosa bassa e di produrre proteine (come l’albumina), favorendo così il passaggio di liquido nei tessuti.
Quando sospettarla?
Secondo le linee guida NICE (NG50, 2023), l’ascite è uno dei segni più chiari di scompenso epatico, spesso associata ad altri indizi clinici come edema degli arti inferiori, ittero, affaticamento severo e varici esofagee.
I pazienti che dovrebbero far scattare un sospetto precoce sono quelli con:
Storia nota di alcolismo cronico
Steatosi epatica già documentata
Epatite C o B cronica
Diabete e obesità con elevati indici di fibrosi
Un rapido aumento del girovita, senza giustificazione dietetica o ormonale
Ho visitato pazienti che si erano convinti si trattasse di “gonfiore da colon irritabile”, e che invece avevano 3-4 litri di liquido in addome, scoperti solo con un’ecografia ben fatta.
L’ecografia: lo strumento decisivo
A differenza di altri liquidi (cisti, versamenti annessiali, pseudocisti), l’ascite da cirrosi ha un pattern ecografico tipico, spesso associato a un fegato dismorfico, ipoecogeno o con margini irregolari. L’ecografia, soprattutto se eseguita da un medico esperto in malattie epatiche, è la chiave per distinguere un semplice gonfiore da un vero scompenso epatico.
Nel mio ambulatorio, un caso mi ha colpito particolarmente: una donna di 49 anni, in apparente buona salute, arrivata per “gonfiore che non passa”. Niente dolori, solo senso di peso e aumento del girovita. L’ecografia mostrava ascite libera, splenomegalia e un fegato con margini nodulari. Dopo una serie di esami, la diagnosi: cirrosi criptogenetica su NAFLD. Era ancora in fase compensata. Oggi, a 18 mesi, vive bene, con alimentazione controllata e controlli semestrali. Senza quell’ecografia, avrebbe ignorato tutto.
Quando il gonfiore è da non sottovalutare?
Ecco alcuni segnali che rendono sospetto il gonfiore:
Aumento progressivo del girovita non spiegabile da dieta o stipsi
Gonfiore che non varia con il transito intestinale
Presenza di edemi alle gambe
Dispnea in posizione supina
Perdita di appetito o senso di sazietà precoce
Storia di epatopatia o abuso di alcol
In questi casi, non basta prescrivere una dieta o un antispastico. Serve una valutazione epatologica strutturata.
Cosa fare in caso di ascite?
La NICE raccomanda, dopo la diagnosi di ascite, di:
Ricercare la causa primaria (nella maggior parte dei casi, la cirrosi)
Valutare la gravità dello scompenso con score come Child-Pugh o MELD
Avviare un trattamento specifico: dieta iposodica, diuretici, monitoraggio clinico
Considerare, nei casi refrattari, una paracentesi evacuativa o TIPS
L’uso di antibiotici in profilassi o il ricovero urgente dipendono dal rischio di peritonite batterica spontanea (SBP), una complicanza potenzialmente letale nei pazienti con ascite abbondante.
Conclusioni
Il gonfiore addominale è un sintomo banale per molti, ma può essere la prima vera sirena di allarme del fegato. L’ascite non va cercata solo nei pazienti con cirrosi nota, ma anche nei “nuovi pazienti” con sintomi vaghi e progressivi.
Un’ecografia fatta con competenza, una visita attenta, qualche esame mirato: bastano questi strumenti per intercettare la cirrosi quando ancora si può intervenire.
Mai sottovalutare un addome gonfio. Dietro può nascondersi molto più di una cattiva digestione.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415


Commenti