Sintomi e trattamento della Esofagite
- Francesco Caruso
- 7 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 ago

Esofagite: quando l’esofago si infiamma
L’esofagite è un’infiammazione della mucosa dell’esofago, la struttura che collega la bocca allo stomaco. Si tratta di una condizione relativamente comune, spesso legata al reflusso gastroesofageo, ma che può avere anche altre cause meno note e potenzialmente più gravi.
Come si manifesta?
I sintomi più tipici includono:
dolore retrosternale o bruciore (pirosi)
difficoltà a deglutire (disfagia)
sensazione di cibo bloccato
talvolta tosse cronica o raucedine
in alcuni casi, microemorragie visibili con l’endoscopia
Personalmente, noto che molti pazienti tendono a sottovalutare i sintomi iniziali, attribuendoli a una “cattiva digestione”, finché non diventano più intensi o persistenti.
Un caso clinico reale
Mi viene in mente un paziente di 55 anni, impiegato, fumatore, che lamentava da mesi bruciore retrosternale, soprattutto dopo i pasti serali. Aveva provato a “curarsi da solo” con antiacidi da banco, ma senza risultato duraturo. Durante una gastroscopia di controllo, abbiamo riscontrato una esofagite di grado B secondo la classificazione di Los Angeles. Dopo aver impostato una terapia con inibitori di pompa protonica e consigliato modifiche dello stile di vita (cessazione del fumo, pasti più leggeri), i sintomi si sono risolti in poche settimane.
Questo caso mi ha ricordato quanto sia importante non trascurare i disturbi, anche se apparentemente banali, soprattutto se si ripetono nel tempo.
Le cause principali
Le cause di esofagite possono essere diverse:
reflusso acido cronico (GERD)
infezioni (es. Candida, virus herpes simplex, soprattutto nei pazienti immunodepressi)
ingestione accidentale di sostanze corrosive
farmaci (alcuni antibiotici o antinfiammatori, se assunti senza acqua sufficiente)
radioterapia toracica
Tra tutte, la più frequente è certamente la malattia da reflusso gastroesofageo, che secondo le ultime linee guida ACG 2022 (American College of Gastroenterology) interessa fino al 20% della popolazione occidentale.
Diagnosi e cura
La diagnosi di esofagite si basa sulla gastroscopia, che consente di classificare l’entità del danno e di escludere altre patologie, come le neoplasie.
Il trattamento prevede:
terapia farmacologica (soprattutto inibitori di pompa protonica)
riduzione dei fattori di rischio (fumo, obesità, abuso di alcol)
modifiche dello stile di vita (pasti serali più leggeri, evitare di coricarsi subito dopo mangiato)
nei casi più severi o refrattari, valutazione chirurgica (fundoplicatio)
Personalmente, insisto molto sulla prevenzione: educare i pazienti a riconoscere i primi sintomi e correggere le abitudini scorrette è, a mio avviso, il punto di partenza per ridurre le recidive.
Conclusioni
L’esofagite non è solo “mal di stomaco”: è una vera e propria infiammazione, che può diventare cronica e portare complicanze come ulcere, stenosi o la cosiddetta esofago di Barrett.
Per questo invito sempre i miei pazienti a non ignorare segni come il dolore retrosternale ricorrente o la difficoltà a deglutire, e a rivolgersi al medico per una valutazione completa.
In molti casi bastano piccoli cambiamenti nello stile di vita per proteggere la salute dell’esofago e migliorare nettamente la qualità di vita.
𝗣𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮 𝗼𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮!
𝗖𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮 𝗶𝗹 (+𝟯𝟵) 𝟯𝟯𝟯.𝟴𝟴𝟴𝟳𝟰𝟭𝟱
𝗦𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶 𝗮 𝗰𝗮𝗿𝘂𝘀𝗼𝗰𝗵𝗶𝗿𝘂𝗿𝗴𝗼@𝗴𝗺𝗮𝗶𝗹.𝗰𝗼𝗺
𝗖𝗢𝗠𝗠𝗘𝗡𝗧𝗔, 𝗠𝗘𝗧𝗧𝗜 𝗠𝗜 𝗣𝗜𝗔𝗖𝗘 𝗘 𝗖𝗢𝗡𝗗𝗜𝗩𝗜𝗗𝗜. Per me è molto importante. Se non metti mi piace e non commenti, potrei non poter più scrivere articoli divulgativi come questo.
𝗩𝗲𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗰𝘂𝗿𝗿𝗶𝗰𝘂𝗹𝘂𝗺 𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶:
𝗟𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲:


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