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Pancreatite e alcol - quanto è pericoloso anche solo un bicchiere e quando smettere

Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com
Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

“Ma dottore… io bevo solo un bicchiere al giorno.” “Un po’ di vino a cena non farà male, no?” “Ovviamente non sono un alcolista, però mi piace bere bene.”


Ogni volta che parliamo di pancreatite e alcol, emerge un misto di difesa, negazione e imbarazzo. Eppure, l’alcol rappresenta una delle principali cause di pancreatite al mondo, sia nella forma acuta che cronica. E no: non serve essere alcolisti per danneggiare il pancreas.


Con questo articolo voglio spiegarti quanto alcol basta per far male, come si manifesta la pancreatite alcolica, e perché smettere di bere è l’unica vera cura.


Quanto alcol basta per fare danni?


Le linee guida internazionali sono molto chiare: l’alcol diventa pericoloso per il pancreas già a dosi moderate, se consumato con regolarità.


✅ Secondo l’American College of Gastroenterology (ACG 2024), il rischio di pancreatite aumenta significativamente quando si superano:


  • 4 bicchieri di vino o 3 birre al giorno per gli uomini

  • 2 bicchieri di vino o 1 birra e mezzo per le donne


❗Ma attenzione: non esiste una soglia “sicura” universale. Alcuni soggetti geneticamente predisposti o con altre fragilità pancreatiche (fumo, dieta grassa, fango biliare) possono sviluppare una pancreatite anche con consumi molto inferiori.


Ho avuto pazienti che bevevano un solo bicchiere di vino rosso ogni sera, ma con familiarità per malattie pancreatiche. Dopo anni di “moderazione quotidiana”, sono arrivati in pronto soccorso con pancreatite acuta grave.


Cos’è la pancreatite alcolica?


L’alcol irrita direttamente le cellule pancreatiche, altera la secrezione enzimatica e favorisce la formazione di tappi proteici nei dotti. Con il tempo, questo porta a:


  1. Pancreatite acuta alcolica: compare in genere dopo abbuffate alcoliche o feste, soprattutto in soggetti giovani. Si presenta con dolore epigastrico intenso, nausea, vomito. Nei casi gravi può evolvere in necrosi o insufficienza multiorgano.


  2. Pancreatite cronica alcolica: si sviluppa nel tempo, con dolori intermittenti, perdita di peso, malassorbimento e, alla lunga, diabete pancreatogeno. È una malattia degenerativa, progressiva e spesso invalidante.


Il legame con il fumo: una miscela esplosiva


L’alcol fa male da solo. Ma insieme al fumo, i danni al pancreas si moltiplicano.Il tabacco è un co-fattore tossico diretto, aumenta l’infiammazione cronica e accelera la fibrosi pancreatica. Nei pazienti che fumano e bevono, la pancreatite cronica arriva prima e peggio.


Il rischio tumorale


Oltre a provocare infiammazioni, l’alcol è un noto cancerogeno pancreatico. Chi ha pancreatite cronica alcolica ha un rischio moltiplicato per 10 di sviluppare un adenocarcinoma del pancreas. E chi continua a bere dopo una pancreatite, raddoppia il rischio di recidiva e aumenta il tasso di mortalità a distanza.


Ma smettere… serve davvero?


Sì. E fa tutta la differenza del mondo.

Uno dei casi che mi ha colpito di più riguarda un paziente di 44 anni, ex bevitore abituale (2 birre e 2 bicchieri di vino al giorno per vent’anni), con pancreatite cronica già documentata e diabete iniziale. Dopo l’ennesimo ricovero, decise di interrompere completamente l’alcol. In sei mesi:


  • I dolori si ridussero fino a scomparire

  • Le feci tornarono normali

  • Il diabete si stabilizzò senza bisogno di insulina

  • La funzione pancreatica esocrina migliorò (test all’elastasi)


Dopo due anni è ancora astemio. Ha ripreso a lavorare, a viaggiare, e ha evitato un intervento chirurgico che pareva inevitabile.


E se bevo solo nel weekend?


Molti pensano che bere tanto ma solo nel fine settimana sia meno pericoloso. È falso. Le cosiddette binge drinking episodes (5 o più drink in un’unica occasione) aumentano il rischio di pancreatite acuta, anche in soggetti giovani e sani.Non è la frequenza, ma l’impatto tossico cumulativo sul pancreas a creare il danno.


Cosa consiglio ai miei pazienti


  • Se hai già avuto una pancreatite, anche una sola, l’astinenza completa è l’unica vera prevenzione.

  • Se hai pancreatite cronica, l’alcol va evitato in qualsiasi forma, anche “medicinale” (digestivi, amari).

  • Se sei sano, ma con calcoli biliari, diabete, familiarità per tumori pancreatici o fumo attivo, ridurre l’alcol fa bene sempre.

  • Se hai difficoltà a smettere, non vergognarti: il percorso va fatto con il medico, con supporto psicologico e strategie personalizzate.


Conclusioni


L’alcol è socialmente accettato, culturalmente celebrato e facilmente reperibile. Ma per il pancreas, è un veleno. Anche in piccole dosi, se assunte con costanza.

La pancreatite alcolica è una malattia insidiosa, progressiva e potenzialmente fatale. Ma è anche una malattia evitabile. La scelta è personale. Ma sapere la verità sul rapporto tra alcol e pancreas è il primo passo per proteggersi.


E se hai già avuto un episodio di pancreatite, ricordalo: ogni bicchiere è un passo verso la recidiva. E il pancreas, a differenza del fegato, non rigenera.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415

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