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Pancreatite acuta - definizione come si riconosce e quando preoccuparsi

francesco caruso specialista in pancreatite
Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

La pancreatite acuta è una condizione infiammatoria del pancreas che può presentarsi in modo improvviso e violento, con quadri clinici che vanno da forme lievi e autolimitanti a forme gravi e potenzialmente letali. Si tratta di una delle principali cause di ricovero ospedaliero in ambito gastroenterologico, con una crescente incidenza in tutto il mondo, stimata tra 3,4 e 73,4 casi per 100.000 persone all’anno.


Ma cos’è esattamente la pancreatite acuta, come si riconosce, e soprattutto: quando dobbiamo preoccuparci?


Cos’è il pancreas e cosa succede durante una pancreatite


Il pancreas è una ghiandola retroperitoneale con una doppia funzione: produce ormoni (come l’insulina) e secerne enzimi digestivi. In condizioni normali, questi enzimi vengono attivati solo una volta raggiunto il duodeno. Nella pancreatite, invece, si attivano precocemente all’interno del pancreas stesso, scatenando un processo autodistruttivo. È come se il pancreas iniziasse a digerire sé stesso.

Questo meccanismo innesca una cascata infiammatoria che, nei casi più gravi, può estendersi a tutto l’organismo, provocando insufficienza multiorgano.


Pancreatite acuta: I sintomi. Quando il dolore addominale è un campanello d’allarme


Il sintomo principale è un dolore addominale molto intenso, localizzato all’epigastrio (bocca dello stomaco), spesso irradiato posteriormente a cintura, come se si propagasse verso la schiena. È un dolore continuo, profondo, a volte intollerabile, che può essere associato a nausea, vomito e febbre.


Nei casi gravi, il paziente può sviluppare segni di shock, difficoltà respiratorie, confusione mentale o insufficienza renale. È in questi casi che si entra nella forma severa, che comporta un rischio di morte fino al 30%.


Come si diagnostica


La diagnosi si basa su tre criteri fondamentali, dei quali ne bastano due per confermare la malattia:


  1. Dolore addominale tipico, a barra irradiato posteriormente nei quadranti alti

  2. Aumento degli enzimi pancreatici (amilasi e lipasi) oltre 3 volte il limite superiore della norma

  3. Imaging compatibile (ecografia, TC o RMN)


La lipasi è più sensibile e specifica dell’amilasi, ma entrambe sono utili. L’ecografia addominale è spesso il primo esame richiesto, soprattutto per identificare la causa biliare (calcoli). Nei casi più complessi, si utilizza la TC addominale con mezzo di contrasto.


Le cause: non solo alcol e calcoli


Nel 70-80% dei casi, la pancreatite acuta è causata da:


  • Calcolosi biliare: piccoli calcoli che migrano nella via biliare e ostruiscono il dotto pancreatico

  • Alcol: abuso prolungato (almeno 5 anni di consumo >50g/die)


Altre cause includono ipertrigliceridemia (>1000 mg/dL), farmaci (come azatioprina e diuretici), infezioni virali, traumi addominali, e raramente neoplasie o malformazioni anatomiche come il pancreas divisum.


Nei pazienti sopra i 40 anni con pancreatite "idiopatica" (cioè senza causa nota), deve sempre essere considerata la possibilità di un tumore del pancreas.


Quando preoccuparsi? I segnali di gravità


Nella maggior parte dei casi, la pancreatite è lieve o moderata, e si risolve con pochi giorni di digiuno, idratazione e antidolorifici.

Tuttavia, in circa il 20% dei pazienti, si sviluppano forme severe con necrosi pancreatica, infezioni, fistole, pseudoaneurismi o insufficienza multiorgano. I segnali d’allarme da monitorare nelle prime 48-72 ore sono:


  • Tachicardia, ipotensione

  • Dispnea o insufficienza respiratoria

  • Aumento persistente di PCR, creatinina e BUN

  • Presenza di sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS)


In questi casi, è indicato il ricovero in terapia intensiva o in centri specializzati.


Il caso di Giuseppe


Giuseppe, 56 anni, è arrivato in pronto soccorso per un dolore epigastrico lancinante insorto da 12 ore, irradiato alla schiena, con nausea e febbre. Non aveva mai avuto episodi simili. L’ecografia ha mostrato una colecisti con piccoli calcoli e vie biliari dilatate. Gli esami ematici mostravano lipasi 2400 (10 volte il valore normale), PCR 180, leucocitosi e creatinina aumentata.

È stato trattato con idratazione intensiva, digiuno e analgesia in regime di terapia semi-intensiva. Dopo tre giorni è migliorato rapidamente, è stato alimentato precocemente, e dimesso dopo 6 giorni con l’indicazione a eseguire una colecistectomia precoce per prevenire recidive.

Oggi Giuseppe è in perfetta salute, e la sua pancreatite è un ricordo lontano. Ma senza una diagnosi tempestiva e una gestione appropriata, il decorso avrebbe potuto essere molto diverso.


Conclusioni


La pancreatite acuta è una patologia seria, ma nella maggior parte dei casi gestibile con successo se riconosciuta e trattata precocemente. Il dolore epigastrico improvviso e intenso non va mai sottovalutato, specialmente se accompagnato da nausea, febbre o difficoltà respiratorie.

Oggi, grazie alle linee guida sempre più precise e alla disponibilità di team multidisciplinari (gastroenterologi, radiologi, chirurghi, nutrizionisti), possiamo garantire un’assistenza personalizzata, ridurre i ricoveri prolungati e prevenire le complicanze più temibili.

Nel dubbio, consultare uno specialista resta la scelta più saggia. Una diagnosi precoce può fare la differenza tra una rapida guarigione e un lungo percorso terapeutico.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415

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