Pancreatite acuta - definizione come si riconosce e quando preoccuparsi
- Francesco Caruso
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

La pancreatite acuta è una condizione infiammatoria del pancreas che può presentarsi in modo improvviso e violento, con quadri clinici che vanno da forme lievi e autolimitanti a forme gravi e potenzialmente letali. Si tratta di una delle principali cause di ricovero ospedaliero in ambito gastroenterologico, con una crescente incidenza in tutto il mondo, stimata tra 3,4 e 73,4 casi per 100.000 persone all’anno.
Ma cos’è esattamente la pancreatite acuta, come si riconosce, e soprattutto: quando dobbiamo preoccuparci?
Cos’è il pancreas e cosa succede durante una pancreatite
Il pancreas è una ghiandola retroperitoneale con una doppia funzione: produce ormoni (come l’insulina) e secerne enzimi digestivi. In condizioni normali, questi enzimi vengono attivati solo una volta raggiunto il duodeno. Nella pancreatite, invece, si attivano precocemente all’interno del pancreas stesso, scatenando un processo autodistruttivo. È come se il pancreas iniziasse a digerire sé stesso.
Questo meccanismo innesca una cascata infiammatoria che, nei casi più gravi, può estendersi a tutto l’organismo, provocando insufficienza multiorgano.
Pancreatite acuta: I sintomi. Quando il dolore addominale è un campanello d’allarme
Il sintomo principale è un dolore addominale molto intenso, localizzato all’epigastrio (bocca dello stomaco), spesso irradiato posteriormente a cintura, come se si propagasse verso la schiena. È un dolore continuo, profondo, a volte intollerabile, che può essere associato a nausea, vomito e febbre.
Nei casi gravi, il paziente può sviluppare segni di shock, difficoltà respiratorie, confusione mentale o insufficienza renale. È in questi casi che si entra nella forma severa, che comporta un rischio di morte fino al 30%.
Come si diagnostica
La diagnosi si basa su tre criteri fondamentali, dei quali ne bastano due per confermare la malattia:
Dolore addominale tipico, a barra irradiato posteriormente nei quadranti alti
Aumento degli enzimi pancreatici (amilasi e lipasi) oltre 3 volte il limite superiore della norma
Imaging compatibile (ecografia, TC o RMN)
La lipasi è più sensibile e specifica dell’amilasi, ma entrambe sono utili. L’ecografia addominale è spesso il primo esame richiesto, soprattutto per identificare la causa biliare (calcoli). Nei casi più complessi, si utilizza la TC addominale con mezzo di contrasto.
Le cause: non solo alcol e calcoli
Nel 70-80% dei casi, la pancreatite acuta è causata da:
Calcolosi biliare: piccoli calcoli che migrano nella via biliare e ostruiscono il dotto pancreatico
Alcol: abuso prolungato (almeno 5 anni di consumo >50g/die)
Altre cause includono ipertrigliceridemia (>1000 mg/dL), farmaci (come azatioprina e diuretici), infezioni virali, traumi addominali, e raramente neoplasie o malformazioni anatomiche come il pancreas divisum.
Nei pazienti sopra i 40 anni con pancreatite "idiopatica" (cioè senza causa nota), deve sempre essere considerata la possibilità di un tumore del pancreas.
Quando preoccuparsi? I segnali di gravità
Nella maggior parte dei casi, la pancreatite è lieve o moderata, e si risolve con pochi giorni di digiuno, idratazione e antidolorifici.
Tuttavia, in circa il 20% dei pazienti, si sviluppano forme severe con necrosi pancreatica, infezioni, fistole, pseudoaneurismi o insufficienza multiorgano. I segnali d’allarme da monitorare nelle prime 48-72 ore sono:
Tachicardia, ipotensione
Dispnea o insufficienza respiratoria
Aumento persistente di PCR, creatinina e BUN
Presenza di sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS)
In questi casi, è indicato il ricovero in terapia intensiva o in centri specializzati.
Il caso di Giuseppe
Giuseppe, 56 anni, è arrivato in pronto soccorso per un dolore epigastrico lancinante insorto da 12 ore, irradiato alla schiena, con nausea e febbre. Non aveva mai avuto episodi simili. L’ecografia ha mostrato una colecisti con piccoli calcoli e vie biliari dilatate. Gli esami ematici mostravano lipasi 2400 (10 volte il valore normale), PCR 180, leucocitosi e creatinina aumentata.
È stato trattato con idratazione intensiva, digiuno e analgesia in regime di terapia semi-intensiva. Dopo tre giorni è migliorato rapidamente, è stato alimentato precocemente, e dimesso dopo 6 giorni con l’indicazione a eseguire una colecistectomia precoce per prevenire recidive.
Oggi Giuseppe è in perfetta salute, e la sua pancreatite è un ricordo lontano. Ma senza una diagnosi tempestiva e una gestione appropriata, il decorso avrebbe potuto essere molto diverso.
Conclusioni
La pancreatite acuta è una patologia seria, ma nella maggior parte dei casi gestibile con successo se riconosciuta e trattata precocemente. Il dolore epigastrico improvviso e intenso non va mai sottovalutato, specialmente se accompagnato da nausea, febbre o difficoltà respiratorie.
Oggi, grazie alle linee guida sempre più precise e alla disponibilità di team multidisciplinari (gastroenterologi, radiologi, chirurghi, nutrizionisti), possiamo garantire un’assistenza personalizzata, ridurre i ricoveri prolungati e prevenire le complicanze più temibili.
Nel dubbio, consultare uno specialista resta la scelta più saggia. Una diagnosi precoce può fare la differenza tra una rapida guarigione e un lungo percorso terapeutico.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415
Comments