Mortalita post-operatoria nella diverticolite - elezione o urgenza Cosa cambia davvero
- Francesco Caruso
- 29 lug
- Tempo di lettura: 3 min

Quando si parla di intervento chirurgico per diverticolite, una domanda sorge spontanea: “Conviene operarsi prima che le cose peggiorino… oppure aspettare finché è strettamente necessario?”
Nel corso della mia carriera, ho visto entrambi gli scenari. Pazienti operati in elezione, con tranquillità, dopo mesi di disturbi ricorrenti. E pazienti portati d’urgenza in sala operatoria, con addome acuto, febbre alta e una perforazione in corso.
Queste due situazioni non sono affatto equivalenti — e i numeri lo confermano.
I dati parlano chiaro: operarsi in elezione è molto più sicuro
Uno studio pubblicato su JAMA ha analizzato oltre 200.000 pazienti americani operati per diverticolite.I risultati sono impressionanti:
Mortalità post-operatoria dopo chirurgia elettiva: 0,5%
Mortalità post-operatoria dopo intervento urgente: 10,6%
In altre parole: la chirurgia d’urgenza ha un rischio di morte oltre 20 volte superiore rispetto a quella programmata.
E non si tratta solo di mortalità. I pazienti operati in urgenza hanno anche:
Maggiore rischio di stomia definitiva (colostomia)
Maggiore incidenza di complicanze (ascessi, fistole, infezioni)
Tempi di ricovero più lunghi
Recupero più difficile
Ma perché la chirurgia d’urgenza è così rischiosa?
La risposta è semplice, e purtroppo spesso sottovalutata:
👉 Quando il colon è perforato, l'infezione si diffonde nella cavità addominale (peritonite). Il paziente è in sepsi, disidratato, immunodepresso, a volte instabile dal punto di vista emodinamico.
In queste condizioni, ogni gesto chirurgico diventa più difficile e meno sicuro. L’intestino è infiammato, fragile, meno “maneggiabile”. Le suture tengono peggio, le perdite sono più frequenti, le infezioni si moltiplicano.
A volte, in questi contesti, l’unica soluzione è una resezione intestinale con stomia. E anche se la stomia può essere temporanea, per molti pazienti rappresenta un trauma importante.
Operarsi prima: quando ha senso?
La chirurgia elettiva non è indicata per tutti, ma è fortemente consigliata in alcuni casi:
✅ Pazienti con più di due episodi di diverticolite
✅ Persone giovani con episodi gravi o recidivanti
✅ Diverticolite complicata (ascessi, stenosi, fistole) gestita inizialmente in modo conservativo
✅ Pazienti che, pur avendo un solo episodio, presentano forti sintomi persistenti (dolore, alterazioni dell’alvo, paura costante)
In questi casi, una resezione laparoscopica del sigma, eseguita in elezione, permette di:
Rimuovere il tratto intestinale malato
Ridurre il rischio di nuove recidive
Evitare interventi d’urgenza in condizioni critiche
Preservare la continuità intestinale (senza stomia)
Ritornare alla vita normale con maggiore rapidità
Un caso che non dimentico
Ricordo una signora di 66 anni, in buona salute, che aveva avuto due episodi di diverticolite complicata da piccoli ascessi, curati con antibiotici. Era terrorizzata all’idea di finire in urgenza. Abbiamo programmato l’intervento: resezione laparoscopica del sigma, nessuna complicanza, dimissione in 4 giorni. Oggi è in perfetta salute, fa trekking con il marito e racconta a tutti: “Mi sono tolta un peso dallo stomaco, in tutti i sensi!”
Conclusioni
Aspettare non è sempre la scelta più prudente. Nel caso della diverticolite, soprattutto se complicata o recidivante, intervenire in elezione salva vite, evita stomie, riduce i rischi e migliora la qualità della vita.
Non tutti i pazienti devono operarsi. Ma chi lo fa nei tempi giusti, lo fa con meno rischi e migliori risultati.
Se hai avuto uno o più episodi, parlane con uno specialista: non aspettare che il tuo corpo decida al posto tuo.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415


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