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Malattia pilonidale - come riconoscerla e trattarla efficacemente

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Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

Malattia pilonidale: Introduzione


La malattia pilonidale è una patologia cronica e spesso sottovalutata che interessa l’area sacrococcigea. Si manifesta con la formazione di cisti o seni che possono infettarsi e generare dolore, secrezioni e limitazioni nella vita quotidiana. Colpisce più frequentemente giovani adulti, in particolare uomini con folta peluria, ma non risparmia le donne [1].

Negli anni ho visto come la corretta diagnosi e un approccio terapeutico personalizzato possano fare la differenza: non si tratta solo di “togliere una cisti”, ma di restituire qualità di vita a chi convive con questa condizione.


Perché si forma la malattia pilonidale


Le teorie eziopatogenetiche più accreditate parlano di un meccanismo “acquisito”: i peli penetrano nella cute della regione interglutea, determinando un’infiammazione cronica e la formazione di un seno pilonidale. Con il tempo, il processo può complicarsi con infezioni ricorrenti e formazione di ascessi [2].


Fattori di rischio:


  • Giovane età (15–30 anni)

  • Sesso maschile

  • Eccessiva peluria

  • Obesità e sedentarietà

  • Microtraumi o sfregamento prolungato (es. lavoro sedentario, ciclisti)


Sintomi: da asintomatico a invalidante


Molti pazienti scoprono la cisti pilonidale in modo casuale, notando piccole depressioni cutanee. Quando si infetta, invece, i sintomi diventano evidenti:


  • dolore acuto nella regione sacrococcigea

  • arrossamento e tumefazione

  • fuoriuscita di pus o sangue

  • febbre nei casi più avanzati


Un ascesso acuto spesso porta il paziente in pronto soccorso: in questi casi l’incisione e il drenaggio sono la prima scelta terapeutica.


Diagnosi


La diagnosi è essenzialmente clinica: bastano ispezione e palpazione della regione interglutea. Raramente si ricorre a ecografia o risonanza magnetica, utili solo in forme complicate o recidivanti.


Trattamento: approcci a confronto


Il trattamento varia in base alla presentazione clinica:


  • Ascesso acuto → incisione e drenaggio immediati. È un intervento rapido che allevia il dolore e risolve la fase infettiva, ma non cura definitivamente la malattia.

  • Malattia cronica o recidivante → chirurgia elettiva con escissione del seno pilonidale. Le tecniche possono essere:

    • chiusura primaria: guarigione più rapida ma rischio maggiore di recidiva;

    • guarigione aperta (marsupializzazione): tempi più lunghi, ma minori recidive;

    • tecniche mininvasive (endoscopiche o video-assistite, come EPSiT e VAAPS): sempre più diffuse, con ottimi risultati e tempi di recupero ridotti [1,3].

  • Nei casi complessi con ampie perdite di tessuto, può essere necessario ricorrere a lembi di rotazione cutanei per coprire il difetto chirurgico.

Gli antibiotici, salvo infezioni sistemiche o comorbilità particolari, non sono di routine [1]


Esperienze di successo: quando la chirurgia mininvasiva cambia la vita


Un paziente di 24 anni, sportivo ma costretto a interrompere gli allenamenti per secrezioni croniche e dolore, è stato trattato con tecnica endoscopica (EPSiT). In 48 ore era già autonomo e in due settimane è tornato all’attività fisica. Al contrario, un paziente obeso con recidive multiple ha beneficiato di una marsupializzazione aperta: tempi di guarigione più lunghi, ma a distanza di due anni nessuna recidiva.

Questi esempi mostrano quanto sia cruciale personalizzare il trattamento, valutando non solo la malattia, ma anche le esigenze del paziente.


Prevenzione delle recidive


La chirurgia da sola non basta. È fondamentale ridurre i fattori di rischio:


  • depilazione o epilazione periodica della regione interglutea

  • igiene accurata

  • controllo del peso

  • evitare abiti troppo stretti o lunghe posture sedentarie


Conclusioni


La malattia pilonidale è più frequente di quanto si pensi e, se trascurata, può diventare invalidante. Oggi, grazie a tecniche chirurgiche ed endoscopiche sempre più raffinate, i pazienti possono contare su trattamenti meno invasivi e più efficaci.

Il messaggio è chiaro: intervenire tempestivamente e in modo mirato significa ridurre recidive e migliorare la qualità della vita.


Riferimenti bibliografici


  1. Johnson EK, Vogel JD, Cowan ML, Feingold DL, Steele SR. The American Society of Colon and Rectal Surgeons' Clinical Practice Guidelines for the Management of Pilonidal Disease. Dis Colon Rectum. 2019;62(2):146-157. doi:10.1097/DCR.0000000000001237.

  2. Doll D, Luedi MM, Wysocki AP. Pilonidal sinus disease: History, current concepts and future perspectives. World J Surg. 2021;45(5):1414-1423. doi:10.1007/s00268-020-05902-8.

  3. Meinero P, Mori L. Endoscopic pilonidal sinus treatment (EPSiT). Tech Coloproctol. 2014;18(4):389-392. doi:10.1007/s10151-013-1016-9.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

Iscr. Ord. med. RM/57003 - PI 11455741006

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415


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𝗖𝗢𝗠𝗠𝗘𝗡𝗧𝗔, 𝗠𝗘𝗧𝗧𝗜 𝗠𝗜 𝗣𝗜𝗔𝗖𝗘 𝗘 𝗖𝗢𝗡𝗗𝗜𝗩𝗜𝗗𝗜. Per me è molto importante. Se non metti mi piace e non commenti, potrei non poter più scrivere articoli divulgativi come questo.


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