La pancreatite può trasformarsi in un tumore del pancreas?
- Francesco Caruso
- 1 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Ogni anno, decine di migliaia di persone vengono ricoverate per pancreatite acuta. La maggior parte di loro guarisce senza complicanze. Ma nei mesi successivi, è frequente ricevere domande preoccupate: “Dottore, ma la pancreatite può diventare un tumore?” “Mi devo preoccupare per il pancreas dopo questa infiammazione?” “C’è un legame tra pancreatite e cancro?”
La risposta non è un semplice sì o no. In realtà, esiste una relazione — complessa, indiretta, ma documentata — tra pancreatite (soprattutto cronica) e rischio di tumore pancreatico. E conoscere i segnali giusti può fare la differenza tra una diagnosi tardiva e una scoperta precoce, potenzialmente salvavita.
Pancreatite acuta, cronica e tumore: non sono la stessa cosa
È importante chiarire subito un punto: la pancreatite acuta, di per sé, non “diventa” un tumore. Ma ci sono alcuni casi in cui il tumore è già presente alla base, non ancora diagnosticato, e la pancreatite rappresenta il primo campanello d’allarme.
Nelle linee guida ACG 2024, si sottolinea come, nei pazienti con più di 40 anni che presentano una pancreatite apparentemente “idiopatica” (cioè senza calcoli né abuso di alcol), la presenza di una massa tumorale deve essere sempre esclusa, in particolare se l’infiammazione è localizzata nella testa del pancreas.
Un mio paziente, 61 anni, in buona salute apparente, venne ricoverato per una pancreatite “lieve”, senza alcol, né calcoli. I valori di lipasi erano elevati ma non impressionanti. Dopo la dimissione, decidemmo di eseguire una RM addome con colangio-RM. Risultò una massa di 2,8 cm nella testa pancreatica, successivamente confermata come adenocarcinoma duttale. Operato con duodenocefalopancreasectomia, oggi è in follow-up a distanza di 3 anni, in buone condizioni. Se ci fossimo fermati alla sola diagnosi di pancreatite, quella storia avrebbe avuto un epilogo diverso.
Qual è il legame tra pancreatite cronica e tumore?
La pancreatite cronica, a differenza della forma acuta, è considerata un fattore di rischio indipendente per il tumore del pancreas. I dati epidemiologici parlano chiaro: il rischio di sviluppare un carcinoma pancreatico nei pazienti con pancreatite cronica è circa 6-8 volte superiore rispetto alla popolazione generale.
Il motivo? L’infiammazione cronica, le cicatrici fibrotiche e lo stress cellulare continuo creano un ambiente favorevole alla trasformazione neoplastica, come avviene in altre malattie infiammatorie croniche (colite ulcerosa e tumore del colon, per esempio).
I pazienti a maggior rischio sono:
Quelli con pancreatite cronica ereditaria (mutazioni PRSS1, SPINK1, CFTR)
I grandi fumatori
Chi continua ad abusare di alcol nonostante le infiammazioni ripetute
Pazienti con pancreatite cronica calcificante o con pseudocisti recidivanti
Pancreatite e tumore: può succedere anche il contrario
Un altro scenario possibile — e più insidioso — è quello in cui il tumore è la causa della pancreatite, e non il contrario. Alcuni tumori pancreatici, soprattutto se localizzati nel dotto principale, ostruiscono il deflusso enzimatico, causando una pancreatite “anomala”, spesso subacuta, recidivante, senza causa evidente.
Quando vedo pazienti con due o più episodi di pancreatite acuta senza cause identificabili, è per me un dovere etico e clinico approfondire con esami di secondo livello:
RM con colangio-RM
Ecoendoscopia (EUS)
Eventualmente agoaspirato o biopsia
Quando preoccuparsi davvero?
Ecco alcuni segnali clinici che meritano un approfondimento oncologico in pazienti con storia di pancreatite:
Età >40 anni
Pancreatite acuta senza calcoli né abuso di alcol
Perdita di peso inspiegata
Comparsa di diabete recente, soprattutto se non familiare
Pancreatite ricorrente nello stesso punto
Dilatazione dei dotti pancreatici o biliari alla RMN
Massa visibile al'ecografia o alla TC
In questi casi, la diagnosi precoce può salvare la vita. Il tumore del pancreas è uno dei più aggressivi, ma quando identificato in fase iniziale e resecabile, la sopravvivenza a 5 anni supera il 30-40%, contro il <5% delle forme avanzate.
Cosa consiglio ai miei pazienti dopo una pancreatite
Dipende dal caso clinico, ma in generale:
Se la causa è chiara (calcoli biliari, abuso alcolico) e non ci sono recidive, basta un follow-up clinico e ecografico.
Se non c’è una causa evidente, consiglio RMN colangio-pancreatica e visita specialistica.
Nei casi dubbi, ecoendoscopia e follow-up a 3-6 mesi.
E soprattutto, non trascurare sintomi nuovi, come dolore persistente, anoressia, feci chiare, ittero, o glicemia fuori controllo.
Conclusioni
La pancreatite acuta non si trasforma in tumore. Ma può nascondere un tumore. E la pancreatite cronica, nel lungo termine, può favorirne lo sviluppo.
Non è una diagnosi da affrontare con ansia, ma nemmeno da ignorare. Chi ha avuto una pancreatite (specie se inspiegata o recidivante) deve fare un controllo completo del pancreas. Perché quando il tumore si scopre tardi, la chirurgia non è più possibile. Ma quando si scopre in tempo, la vita si salva.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415


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