Fistola retto-vaginale: la ferita invisibile che può (e deve) essere curata
- Francesco Caruso
- 14 lug
- Tempo di lettura: 3 min

Ci sono condizioni che non si vedono all’esterno, ma che rompono ogni equilibrio nella vita di una donna. La fistola retto-vaginale è una di queste: un passaggio anomalo tra il retto e la vagina, attraverso cui feci o gas possono passare involontariamente nel canale vaginale.
È una condizione devastante dal punto di vista fisico, relazionale, sessuale e psicologico. E troppo spesso — per pudore, paura, vergogna — viene taciuta o affrontata con colpevole ritardo.
Cos'è la fistola retto-vaginale?
Secondo le linee guida ASCRS 2023, è un tramite patologico tra il lume del retto o canale anale e la vagina, che consente il passaggio di feci o gas nella via genitale.Può essere:
Alta (tra retto e cupola vaginale)
Media (tra retto medio e parete vaginale posteriore)
Bassa (tra canale anale e introito vaginale)
Le cause più comuni:
Trauma ostetrico (soprattutto in caso di lacerazioni perineali di IV grado non riconosciute o male riparate)
Esiti di chirurgia ginecologica o anale
Malattia di Crohn
Radioterapia pelvica
Infezioni gravi o ascessi perianali trascurati
Una storia che mi ha colpito profondamente
Paziente di 38 anni, madre di due figli, riferiva da un anno episodi intermittenti di fuoriuscita di gas vaginali e, occasionalmente, secrezioni maleodoranti. Dopo due visite ginecologiche in cui era stata rassicurata, ha deciso di rivolgersi al mio ambulatorio.
Alla visita combinata ano-vaginale, con anoscopia e valutazione in posizione litotomica, ho evidenziato una piccola apertura a ore 12 del canale anale, corrispondente a un tramite fistoloso basso verso la parete vaginale posteriore inferiore.RM pelvica e fistolografia confermavano: fistola retto-vaginale bassa, probabilmente da lacerazione ostetrica pregressa mai diagnosticata.
Abbiamo eseguito un intervento mininvasivo di fistulectomia con plastica a lembo vaginale, in regime di day surgery.A 4 mesi, guarigione completa, nessuna recidiva, qualità di vita recuperata.“È come se avessi ripreso possesso del mio corpo. Non solo la mia salute, anche la mia intimità.”
Diagnosi: serve esperienza, ascolto e tecnica
Il sospetto nasce dalla storia clinica e dai sintomi. Ma la diagnosi si fa con l’esperienza e gli strumenti giusti:
Visita combinata ano-vaginale in posizione ginecologica
Anoscopia e proctoscopia con valutazione dell’orifizio interno
Colorazione vaginale con blu di metilene o perossido di idrogeno per confermare la comunicazione
RMN pelvica con mdc per identificare fistole alte o complesse
In caso di Crohn: colonscopia e valutazione multidisciplinare
Trattamento: non si improvvisa
Le linee guida ESGE e ASCRS raccomandano di scegliere il trattamento in base a:
Sede (alta, media, bassa)
Causa (traumatica, iatrogena, infiammatoria)
Coinvolgimento sfinterico e stato della parete vaginale e rettale
Le opzioni chirurgiche includono:
Fistulectomia con plastica a lembo vaginale o mucoso rettale (gold standard per fistole basse e semplici)
Lembo di Martius (nei casi con tessuti fragili o recidive)
Avanzamento mucoso rettale (endorettal flap)
Setone drenante + chiusura a tempo secondario, nei casi Crohn-correlati o in fase infiammatoria attiva
Approccio transanale, transvaginale o misto, secondo accessibilità e localizzazione
In rari casi: derivazione intestinale temporanea nei casi refrattari o con importante infezione tissutale
Un altro caso, un’altra rinascita
Donna di 51 anni, con esiti di isterectomia complessa per fibromatosi, lamentava perdita fecale vaginale intermittente da 3 mesi, inizialmente scambiata per infezione vaginale recidivante.Diagnosi: fistola retto-vaginale media da necrosi post-radioterapia.Trattata con lembo di Martius e plastica combinata con ginecologo oncologo.A 6 mesi, continenza perfetta, rientro alla vita sociale.
"È stato più difficile accettare di avere un problema che nominarlo. Ma trovarlo e risolverlo mi ha cambiato tutto."
Il mio approccio
Ogni donna con sintomi compatibili merita una visita specialistica senza tabù né pregiudizi. Il trattamento va pianificato in modo personalizzato, multidisciplinare, rispettoso della storia e del corpo della paziente.
In casi selezionati, uso tecniche mininvasive, eseguo interventi in day surgery, con follow-up stretto. Collaboro con ginecologi e gastroenterologi quando necessario.La guarigione non è solo chirurgica: è anche psicologica, relazionale, sociale.
Perché ogni paziente che ha vissuto una fistola retto-vaginale sa che non si tratta solo di curare un tramite. Ma di ricucire la propria identità.


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