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Fistola anale: il tunnel nascosto che logora la vita (e come ne usciamo senza mutilazioni)

Aggiornamento: 9 ago


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Dr. Francesco Caruso - Specialista in Protcologia mininvasiva e senza dolore - tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

Chi ha vissuto una fistola anale sa cosa significa convivere con un dolore che non passa, una secrezione costante, una ferita che non guarisce. È una condizione che non mette in pericolo la vita, ma la compromette, spesso per mesi o anni. Perché la fistola anale non guarisce da sola. E non si cura con antibiotici o creme. Si tratta chirurgicamente, ma non sempre con bisturi e tagli profondi. Esistono oggi approcci mini-invasivi, sicuri, precisi, efficaci — purché il paziente sia studiato con accuratezza e seguito con continuità.


Cos'è davvero una fistola anale?


La fistola anale è una comunicazione anomala tra il canale anale (dove nasce l'infezione) e la cute perianale (dove fuoriesce il pus). È quasi sempre la sequela di un ascesso anale: un ascesso che ha drenato spontaneamente o che è stato trattato, ma ha lasciato aperto un piccolo tunnel residuo.


Secondo le linee guida ASCRS 2023 (Clinical Practice Guidelines for the Management of Anorectal Abscess, Fistula, and Sinus Tracts, Steele et al., Dis Colon Rectum), ogni fistola deve essere classificata accuratamente, perché la terapia cambia radicalmente a seconda della sua anatomia:


  • Fistole semplici (intersfinteriche o basse)

  • Fistole complesse (trans-sfinteriche alte, supra-sfinteriche, extrasfinteriche)

  • Fistole associate a Crohn o patologie sistemiche


Diagnosi: guardare oltre il foro esterno


La diagnosi si basa sulla visita, l’anoscopia, e quando necessario su ecografia endoanale 3D e/o risonanza magnetica pelvica. Studiarne il decorso è fondamentale per scegliere il trattamento giusto al primo colpo.


E qui voglio sottolinearlo:

La differenza non la fa il tipo di laser, ma l’occhio del chirurgo e il percorso del paziente. I miei pazienti seguono uno studio accurato preoperatorio, vengono seguiti dopo l’intervento e ricevono indicazioni precise. Quando questi tre elementi si allineano, il tasso di successo supera il 95%.

Casi clinici, reali


Un giovane uomo, 36 anni, sportivo, da mesi conviveva con secrezione anale. Aveva già fatto due drenaggi, nessuno aveva eseguito ecografia endoanale. Alla visita, fistola intersfinterica semplice, confermata da ecografia. Abbiamo eseguito una fistulotomia mini-invasiva senza setone, dimissione in giornata, nessuna complicanza. Dopo 4 settimane il tratto era epitelizzato, a 6 mesi nessuna recidiva.Mi ha detto: “Pensavo fosse una condanna a vita. Invece è sparita come un incubo.”


Altro caso: donna di 51 anni, con fistola trans-sfinterica anteriore, recidiva dopo un precedente setone durato 10 mesi in altro centro. In questo caso abbiamo eseguito una tecnica LIFT modificata (Ligation of Intersphincteric Fistula Tract), chiusura del tramite interno e curettage selettivo del canale. Zero dolore, zero incontinenza, cicatrizzazione completa in 8 settimane. Dopo un anno, è stabile.“Mi ha restituito il mio corpo, senza compromessi.”

Chirurgia, ma con giudizio


Come indicano le linee guida ESCP/SICCR 2023, le tecniche devono essere scelte in base alla sede, alla complessità e all’esperienza del chirurgo:


  • Fistulotomia semplice: per fistole basse, con pieno recupero e tasso di guarigione >95%

  • LIFT (legatura del tramite intersfinterico): per fistole trans-sfinteriche basse

  • VAAFT (video-assisted anal fistula treatment): tecnica endoscopica, visione diretta, chiusura selettiva

  • Fistola Laser Closure (FiLaC): energia laser radiale, cicatrizzazione interna atraumatica

  • Colle di fibrina e plug biologici: raramente efficaci da soli, usati in pazienti selezionati


Il setone?Lo uso solo nei casi complessi, Crohn attivo o fistole ad alto rischio sfinterico, e mai come soluzione definitiva, ma come ponte a un trattamento risolutivo.

Il mio messaggio ai pazienti


Una fistola anale non è solo una ferita che cola: è una lesione che interrompe la quotidianità, rovina l’intimità, genera vergogna, paura e solitudine.Ma può essere curata, anche senza mutilazioni, senza lunghe convalescenze, senza setoni eterni.


A patto che:


  • il paziente sia studiato bene

  • segua le indicazioni post-operatorie

  • si presenti ai controlli, anche quando “sta meglio”


Lavoro da anni per offrire la miglior chirurgia proctologica possibile, la meno invasiva possibile, con il miglior risultato possibile. E posso dirlo con chiarezza:


Chi si affida con fiducia, guarisce. E torna a vivere.

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