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Cos’è la fistola perianale e perché si forma

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Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia dell'apparato digerente e proctologia - tel. 333/8887415 mail: carusochirurgo@gmail.com

Fistola perianale: Introduzione


La fistola perianale è una piccola ma complessa lesione che unisce due mondi che non dovrebbero mai comunicare: il canale anale e la cute perianale. È una malattia subdola, spesso preceduta o seguita da un ascesso anale, che rappresenta per molti pazienti una vera odissea fatta di dolore, secrezioni, recidive e, purtroppo, paure. Sui social e nei forum medici si leggono spesso frasi come “non si guarisce mai” o “è meglio non toccarla”, ma la realtà è molto diversa: oggi, con un approccio specialistico e tecniche dedicate, la fistola perianale può essere curata in modo definitivo nella maggior parte dei casi.


Anatomia e meccanismo di formazione


Per comprendere la fistola perianale, bisogna partire dall’anatomia. L’ano è circondato da ghiandole, chiamate ghiandole anali, che hanno il compito di lubrificare il canale anale. Quando una di queste ghiandole si ostruisce o si infetta, può formarsi un ascesso, cioè una raccolta di pus che, una volta drenata (spontaneamente o chirurgicamente), può lasciare dietro di sé un piccolo tunnel: la fistola.


In altre parole, la fistola perianale è una comunicazione patologica tra l’interno dell’ano e la cute esterna. L’orifizio interno rappresenta il punto d’origine (dove si trovava la ghiandola infetta), mentre l’orifizio esterno è il punto di fuoriuscita sulla pelle. Tra i due corre un piccolo canale, tortuoso o diretto, che può attraversare in parte o completamente gli sfinteri anali.


Nella mia esperienza clinica, quasi tutti i pazienti con fistola riferiscono un episodio di ascesso anale pregresso, spesso “esploso” spontaneamente, magari durante la notte o dopo giorni di dolore crescente. È proprio in questi casi che, se non si interviene tempestivamente e in modo corretto, il rischio di cronicizzazione e formazione della fistola diventa molto elevato.


Tipologie di fistola


Le fistole non sono tutte uguali. La classificazione di Parks (ancora oggi la più usata) distingue le fistole in base al loro rapporto con lo sfintere anale:


  • Intersfinteriche: le più semplici, corrono tra i due sfinteri;

  • Transfinteriche: attraversano parte dello sfintere esterno;

  • Sovrasfinteriche e extrasfinteriche: più complesse, con maggiore rischio di recidiva e incontinenza se trattate in modo inappropriato


La distinzione non è puramente accademica: riconoscere la tipologia è fondamentale per scegliere la strategia chirurgica corretta e preservare la continenza. Un errore di valutazione nel primo intervento può compromettere in modo permanente i risultati successivi.


I fattori che favoriscono la formazione


Oltre all’infezione ghiandolare, esistono condizioni che aumentano la probabilità di sviluppare una fistola:


  • Malattia di Crohn, che può dare origine a fistole complesse e recidivanti;

  • Diabete mellito, che altera la risposta immunitaria;

  • Obesità e sedentarietà, che peggiorano la circolazione locale;

  • Cattiva igiene perianale o microtraumi cronici, che favoriscono infiammazioni ripetute


Nella mia pratica, ho notato che molti pazienti sottovalutano i piccoli segnali iniziali: un fastidio anale, una secrezione trasparente o giallastra, un bruciore persistente. Questi sintomi, se ignorati, possono precedere la formazione della fistola vera e propria. La diagnosi precoce, invece, consente interventi più semplici e meno invasivi, con un impatto minimo sulla vita quotidiana.


Diagnosi e importanza del centro specialistico


La diagnosi della fistola perianale si basa su un’attenta visita proctologica specialistica, talvolta accompagnata da un’ecografia endoanale o da una risonanza magnetica pelvica. Questi esami non servono solo a confermare la presenza della fistola, ma soprattutto a definire il tragitto e il suo rapporto con gli sfinteri, informazioni indispensabili per pianificare il trattamento corretto.


È proprio qui che entra in gioco l’importanza del centro d’eccellenza: un chirurgo esperto in proctologia, dotato degli strumenti diagnostici adeguati e di un team dedicato, può identificare con precisione il tipo di fistola e scegliere la strategia terapeutica più efficace, riducendo drasticamente il rischio di recidiva o incontinenza.


Il peso del “primo intervento”


Il primo intervento è quasi sempre decisivo. Un approccio errato (troppo aggressivo o, al contrario, eccessivamente prudente) può compromettere la guarigione definitiva. Nella mia esperienza, molti pazienti arrivano dopo tentativi multipli, con cicatrici complesse e fistole recidive, perché trattati inizialmente in modo non adeguato.


È per questo che la gestione iniziale deve essere affidata a chirurghi dedicati, in centri che trattano abitualmente questa patologia e che possano garantire un percorso completo: diagnosi, trattamento e follow-up.


Conclusioni


La fistola perianale è una malattia benigna ma potenzialmente cronica, che non deve essere né banalizzata né temuta. Capire cosa sia e perché si forma è il primo passo per affrontarla con consapevolezza. Grazie alle moderne tecniche chirurgiche, all’esperienza dei centri specializzati e a un corretto percorso post-operatorio, oggi la maggior parte dei pazienti guarisce completamente, con ottimi risultati funzionali ed estetici.


Fonti scientifiche


  • Steele SR et al. Practice Parameters for the Management of Perianal Abscess, Fistula-in-Ano, and Rectovaginal Fistula. Dis Colon Rectum. 2022;65(5):523–543.

  • García-Aguilar J, et al. Surgical treatment of anal fistula. Tech Coloproctol. 2020;24(10):965–977.

  • Williams JG, et al. The management of anal fistula: ACPGBI Position Statement. Colorectal Dis. 2018;20 Suppl 3:18–50.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415

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