Colonscopia e tumore del colon retto - non solo per chi ha sintomi
- Francesco Caruso
- 30 lug
- Tempo di lettura: 4 min

C’è una convinzione diffusa — e profondamente sbagliata — secondo cui la colonscopia sia un esame da riservare solo a chi presenta sintomi evidenti: sangue nelle feci, dolore addominale, diarrea cronica o stitichezza ostinata. In realtà, quando questi sintomi compaiono, è spesso troppo tardi. Non perché il tumore del colon sia incurabile, ma perché, come confermato dalle più recenti Linee Guida AIOM 2024 e ASCRS 2022, la sopravvivenza dipende in modo diretto dallo stadio alla diagnosi. E lo stadio si anticipa solo se si guarda prima, non dopo.
L’idea che la colonscopia sia un esame “da fare solo in caso di problemi” nasce dalla paura, dal pudore, da una cultura della prevenzione che fatica ancora a imporsi. Eppure è proprio la colonscopia che permette, in moltissimi casi, di evitare completamente la comparsa del tumore. Non di curarlo. Di evitarlo.
Il valore della colonscopia prima dei sintomi
La colonscopia non è solo uno strumento diagnostico: è anche uno strumento terapeutico e preventivo. Durante l’esame è infatti possibile identificare e rimuovere direttamente polipi adenomatosi, lesioni benigne che, nel tempo, possono evolvere in neoplasie maligne. È come rimuovere una bomba prima che esploda. E lo si fa in sedazione, in pochi minuti, senza dolore e con altissima sicurezza.
Nelle Linee Guida AIOM 2024, viene sottolineato che la colonscopia riduce significativamente l’incidenza dei tumori del colon, se eseguita come test di sorveglianza o in pazienti a rischio. Anche se gli studi randomizzati diretti sulla riduzione di mortalità sono ancora limitati, l’efficacia è confermata da studi osservazionali robusti, e sostenuta dall’esperienza clinica. La ASCRS 2022 ribadisce che nei pazienti con familiarità o fattori di rischio, la colonscopia è un caposaldo irrinunciabile della prevenzione oncologica.
Una storia vera
Giulia aveva 46 anni. Nessun sintomo. Nessun problema. Ma sua madre era morta a 62 anni per un tumore al colon. Decise di fare una colonscopia per prudenza, anche se il suo medico curante le aveva detto che “forse era presto”. Trovammo un polipo del sigma di 2 cm, già con displasia di alto grado. Lo rimuovemmo in seduta unica. L’istologia confermò che era al limite con una trasformazione in carcinoma in situ. Se avesse aspettato anche solo due anni, probabilmente sarebbe stato un tumore invasivo. Giulia oggi sta benissimo e viene regolarmente a controllo ogni tre anni.
Quando fare la colonscopia?
Le indicazioni variano in base al rischio individuale. Ma in generale:
Popolazione a rischio medio: dai 50 anni in su, oppure dai 45 secondo molte linee guida internazionali (e pazienti di colore, negli USA, anche prima), si può proporre la colonscopia come alternativa diretta alla ricerca del sangue occulto.
Familiarità: se un parente di primo grado ha avuto un tumore del colon, la colonscopia va iniziata 10 anni prima rispetto all’età in cui il familiare si è ammalato, o comunque non oltre i 40 anni.
Sindrome di Lynch e poliposi ereditarie: la sorveglianza endoscopica deve iniziare molto presto (tra i 20 e i 25 anni), con intervalli anche annuali, come indicato in modo dettagliato dalle AIOM 2024.
A conferma della sua efficacia, nelle aree italiane dove la colonscopia è stata proposta come metodo principale di screening (anziché RSOF), si è osservato un miglioramento nella diagnosi precoce, anche se a fronte di una minore accettazione da parte del pubblico. Questo pone un tema importante: quanto siamo disposti a rinunciare a un po’ di disagio per guadagnare anni di vita?
I falsi miti che allontanano dalla colonscopia
Parliamoci chiaro: il problema della colonscopia non è medico, è culturale. Le resistenze più comuni che sento in ambulatorio sono:
“Mi vergogno”
“Mi fa paura l’anestesia”
“Ho sentito che fa male”
“Tanto sto bene, che bisogno c’è?”
Ma la verità è diversa:
Oggi si esegue in sedazione cosciente o profonda, con un’anestesista sempre presente.
La preparazione intestinale è più tollerabile grazie ai nuovi schemi frazionati.
Il tasso di complicanze è bassissimo (<0,1%) e si riduce ancora di più nei centri specializzati.
E soprattutto: la colonscopia salva vite, silenziosamente e in anticipo.
Aspettare i sintomi è l’errore peggiore
I dati non lasciano spazio a dubbi. La maggior parte dei tumori del colon viene ancora oggi diagnosticata dopo la comparsa dei sintomi. Ma quando arriva il sangue, il dolore, l’ostruzione o l’anemia, spesso il tumore è già localmente avanzato o metastatico. In quei casi, il trattamento diventa più lungo, più invasivo, e meno efficace. Lo dimostrano chiaramente i dati della ASCRS, con un crollo della sopravvivenza dal 90% allo stadio iniziale al 14% negli stadi avanzati.
Ho visto pazienti pentirsi amaramente di aver aspettato. Uno di loro, Marco, 61 anni, aveva notato sangue occasionale nelle feci. Pensava fossero emorroidi. La colonscopia arrivò mesi dopo, quando l’ostruzione era quasi completa. Il tumore era in stadio T4, con interessamento del mesocolon e linfonodi positivi. Lo abbiamo operato, poi ha dovuto affrontare mesi di chemioterapia. Quando tornò in ambulatorio per il follow-up, mi disse: “Dottore, mi sentivo in colpa solo a fare il test. Ora mi sento in colpa per non averlo fatto prima”.
Conclusioni
La colonscopia non serve solo se hai sintomi. Serve prima. Serve proprio quando pensi di stare bene. È uno degli strumenti più efficaci che abbiamo per combattere — o meglio, per prevenire — uno dei tumori più diffusi in Italia. Le Linee Guida AIOM 2024 e ASCRS 2022 lo indicano con chiarezza, e l’esperienza clinica lo conferma ogni giorno.
Se hai superato i 50 anni, o se in famiglia c’è stato un caso di tumore del colon, non aspettare di stare male. Non aspettare affatto. Parla con il tuo medico. Richiedi una colonscopia. Falla. E ringraziati, un giorno, per averlo fatto in tempo.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415
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