Chirurgia Bariatrica: come scegliere l'intervento giusto
- Francesco Caruso
- 11 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Quando un paziente decide di sottoporsi a chirurgia dell’obesità, una delle prime domande è:“Dottore, quale intervento è meglio per me?”
La risposta non è mai identica per tutti. Bypass gastrico e sleeve gastrectomy sono le due procedure più eseguite al mondo e, pur avendo obiettivi comuni (riduzione del peso, miglioramento delle comorbidità, aumento della qualità di vita), funzionano in modo diverso e possono avere indicazioni specifiche.
Chirurgia bariatrica: Come funzionano le due tecniche
1. Sleeve gastrectomy (gastrectomia verticale)
Consiste nella rimozione di circa il 70-80% dello stomaco, lasciando un “tubo” gastrico stretto.
Riduce drasticamente la capacità di contenere cibo.
Determina anche un importante calo dell’ormone della fame (grelina), con diminuzione dell’appetito.
Procedura “puramente restrittiva” dal punto di vista anatomico, ma con effetti ormonali/metabolici significativi.
2. Bypass gastrico Roux-en-Y
Crea una piccola tasca gastrica (20-30 ml) collegata direttamente all’intestino tenue, saltando una parte dello stomaco e del duodeno.
Riduce la capacità gastrica e modifica l’assorbimento dei nutrienti (meccanismo misto restrittivo e malassorbitivo).
Ha un impatto ormonale marcato sul metabolismo glicemico e sul senso di sazietà.
Quando preferire l’una o l’altra
Le linee guida e l’esperienza clinica suggeriscono:
Sleeve gastrectomy
Pazienti più giovani, con BMI molto elevato ma senza grave reflusso gastroesofageo.
Indicato in chi non vuole una chirurgia con intestino “bypassato” (minor rischio di malassorbimento).
Preferibile in pazienti ad alto rischio operatorio: intervento tecnicamente più semplice e più breve.
Bypass gastrico Roux-en-Y
Pazienti con diabete di tipo 2 grave e non controllato (maggiori tassi di remissione).
Pazienti con reflusso gastroesofageo severo o esofagite: spesso il bypass lo risolve, mentre la sleeve può peggiorarlo.
Pazienti con obesità meno estrema ma comorbidità metaboliche importanti
Risultati a lungo termine
Perdita di peso: entrambe le tecniche di chirurgia bariatrica permettono una perdita media del 60-70% dell’eccesso ponderale nei primi 12-18 mesi.
Remissione del diabete: leggermente più alta con il bypass, specialmente nei pazienti con diabete di lunga durata.
Rischio di carenze nutrizionali: più frequenti e severe nel bypass (ferro, vitamina B12, calcio, vitamina D), motivo per cui il follow-up e l’integrazione sono obbligatori a vita.
Esperienza reale: due percorsi diversi, stesso obiettivo
Anna, 39 anni, BMI 44, senza reflusso, ha scelto la sleeve gastrectomy. Ha perso 46 kg in 14 mesi, senza complicanze, e oggi corre 5 km due volte a settimana.
Giuseppe, 57 anni, BMI 37, diabetico insulino-dipendente da 10 anni, con forte reflusso, ha scelto il bypass gastrico. In 18 mesi ha perso 32 kg, sospeso l’insulina e risolto il reflusso.
Due storie diverse, stesso approccio: valutazione multidisciplinare e scelta personalizzata.
La decisione finale: mai “a caso”
Scegliere l’intervento giusto significa valutare:
Stato di salute generale
Comorbidità presenti
Abitudini alimentari
Aspettative del paziente
Esperienza del centro chirurgico
La discussione deve essere chiara, onesta e basata su dati reali, non su mode o su ciò che ha funzionato per un amico o un parente.
Conclusioni
Bypass e sleeve sono entrambi strumenti straordinari contro l’obesità, ma non esiste un intervento “migliore” in assoluto. Esiste quello più adatto al singolo paziente, scelto insieme a un’équipe esperta, considerando salute, rischi e obiettivi di vita.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
Iscr. Ord. med. RM/57003 - PI 11455741006
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✅ 𝗩𝗲𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗰𝘂𝗿𝗿𝗶𝗰𝘂𝗹𝘂𝗺 𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶:
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