Calcoli renali - cause, sintomi e trattamenti moderni
- Francesco Caruso
- 23 set
- Tempo di lettura: 3 min

I calcoli renali rappresentano una delle condizioni urologiche più comuni, con una prevalenza in aumento a livello mondiale. Secondo l’European Association of Urology (EAU Guidelines on Urolithiasis 2024), circa il 10% della popolazione sviluppa almeno un episodio di calcolosi renale nel corso della vita. La malattia, sebbene spesso dolorosa e fonte di preoccupazione, oggi può essere affrontata con strumenti diagnostici e terapeutici moderni, che hanno ridotto drasticamente la necessità di interventi chirurgici invasivi.
Cause dei calcoli renali
I calcoli si formano per precipitazione di sali minerali nelle vie urinarie, più comunemente ossalato e fosfato di calcio, acido urico, struvite e cistina. I fattori di rischio principali includono:
disidratazione cronica e ridotto apporto di liquidi;
dieta ricca di sodio, proteine animali e zuccheri semplici;
obesità e sindrome metabolica;
familiarità per calcolosi urinaria;
condizioni mediche predisponenti come iperparatiroidismo, gotta, malattie intestinali croniche o chirurgia bariatrica (che alterano l’assorbimento intestinale di calcio e ossalati).
Sintomi
Il segno clinico più caratteristico è la colica renale, descritta dai pazienti come uno dei dolori più intensi sperimentabili. Essa si manifesta con dolore acuto lombare o al fianco, che può irradiarsi verso inguine e genitali, accompagnato spesso da nausea, vomito, ematuria e urgenza minzionale. Tuttavia, non tutti i calcoli danno sintomi: molti vengono scoperti incidentalmente durante ecografie o TAC eseguite per altri motivi.
Trattamento moderno
La gestione dei calcoli renali si è evoluta enormemente. In passato, la chirurgia a cielo aperto era la norma; oggi, grazie a tecniche mininvasive e alla possibilità di gestione conservativa, l’approccio è molto più personalizzato.
Gestione conservativa: Calcoli di piccole dimensioni (<5 mm) possono essere espulsi spontaneamente in un’alta percentuale di casi, soprattutto se localizzati nell’uretere distale. Il trattamento prevede analgesia, idratazione e, in alcuni casi, terapia espulsiva.
Nella mia esperienza clinica, diversi pazienti con coliche renali ricorrenti, seguiti in un contesto multidisciplinare, hanno tratto giovamento da un approccio conservativo: idratazione mirata, correzione alimentare e monitoraggio ecografico periodico hanno evitato la necessità di procedure invasive, con piena risoluzione della sintomatologia in tempi variabili da poche settimane a qualche mese.
Trattamenti mininvasivi
ESWL (litotrissia extracorporea a onde d’urto): indicata per calcoli <2 cm, sfrutta onde d’urto focalizzate per frammentare il calcolo, che viene poi eliminato spontaneamente.
Ureteroscopia flessibile o rigida: consente la visualizzazione diretta e la frantumazione del calcolo con laser (Holmium o Thulium).
Nefrolitotomia percutanea miniaturizzata (mini-PCNL): oggi riservata a calcoli di grandi dimensioni o complessi, ma con approcci sempre meno invasivi e con degenze più brevi.
Gestione delle complicanze: La presenza di infezione associata a ostruzione urinaria rappresenta un’urgenza urologica che richiede drenaggio immediato con stent ureterale o nefrostomia.
Prevenzione: la vera arma vincente
La prevenzione è il cardine della gestione della calcolosi renale. Le linee guida EAU e AUA (American Urological Association, Guideline 2023) insistono su strategie personalizzate, basate sull’analisi metabolica del paziente. In termini generali, le misure più efficaci sono:
aumentare l’assunzione di liquidi fino a ottenere una diuresi >2 litri/die;
ridurre il consumo di sale e proteine animali;
mantenere un apporto equilibrato di calcio (evitando eccessi o restrizioni non motivate);
limitare bevande zuccherate e ricche di fruttosio;
promuovere attività fisica regolare e controllo del peso corporeo.
evitare cibi contenenti ossalati di calcio
Un aspetto che ho osservato nella pratica clinica è come piccoli cambiamenti nello stile di vita possano avere effetti duraturi. Un paziente con calcolosi ricorrente, dopo aver corretto l’alimentazione e aumentato l’idratazione quotidiana (acqua naturale distribuita nell’arco della giornata), non ha più presentato episodi negli ultimi tre anni, evitando procedure invasive e migliorando anche la qualità del sonno e della digestione.
Conclusione
I calcoli renali sono una patologia comune ma oggi gestibile in maniera molto più efficace rispetto al passato. La diagnosi precoce, la possibilità di approccio conservativo in molti casi, le tecniche mininvasive e soprattutto la prevenzione rappresentano strumenti fondamentali per ridurre dolore, complicanze e recidive. Il ruolo del medico di fiducia è centrale non solo per l’inquadramento diagnostico ma anche per accompagnare il paziente in un percorso di prevenzione e monitoraggio.
Riferimenti
European Association of Urology. EAU Guidelines on Urolithiasis 2024.
American Urological Association. Medical Management of Kidney Stones: AUA Guideline 2023.
Türk C, Petřík A, Sarica K, et al. EAU Guidelines on Diagnosis and Conservative Management of Urolithiasis. Eur Urol. 2022.
Scales CD Jr, Smith AC, Hanley JM, Saigal CS. Prevalence of Kidney Stones in the United States. Eur Urol. 2012.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina
📞 Per appuntamenti: 333 8887415.


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