Tumore all’esofago da reflusso gastroesofageo: rischio reale o solo paura?
- Francesco Caruso
- 2 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Il reflusso gastroesofageo trascurato può aumentare il rischio di tumore all’esofago. Scopri i sintomi da non ignorare, le cause, i fattori di rischio e quando fare una gastroscopia.
Il reflusso può causare il tumore all’esofago?
Sì. Il reflusso gastroesofageo non curato per anni può portare a una condizione chiamata esofago di Barrett, che a sua volta aumenta in modo significativo il rischio di adenocarcinoma esofageo. Parliamo di un tumore raro, ma in costante aumento negli ultimi 30 anni, soprattutto negli uomini sopra i 50 anni, sovrappeso, fumatori o con ernia iatale.
Come avviene la trasformazione?
Il meccanismo è semplice ma insidioso: l’acido dello stomaco, risalendo nell’esofago, ne danneggia la mucosa in modo cronico. L’organismo, per difendersi, “trasforma” l’epitelio esofageo in un tessuto simile a quello intestinale (metaplasia intestinale): questo è l’esofago di Barrett.
Nel tempo, questa metaplasia può degenerare in displasia, poi in tumore. Non succede sempre, ma il rischio esiste – e aumenta se il paziente non viene seguito.
Chi è più a rischio?
Questi sono i fattori che aumentano il rischio di tumore da reflusso:
Durata del reflusso: più anni dura, maggiore è il rischio
Sintomi notturni: il reflusso durante il sonno è particolarmente dannoso
Ernia iatale di grandi dimensioni
Familiarità per tumore gastroesofageo
Sovrappeso addominale e obesità
Alcol, fumo, dieta ricca di carni rosse e povera di fibre
Sesso maschile e età >50 anni
Quando fare una gastroscopia?
Una semplice gastroscopia può cambiare il destino del paziente. Permette di:
Diagnosticare un esofago di Barrett (con biopsie)
Identificare lesioni precancerose o iniziali
Pianificare un follow-up adeguato
Secondo le linee guida (AGA, ESGE, AIOM), è raccomandata nei pazienti con reflusso da più di 5 anni, specie se maschi, over 50, fumatori, con obesità o familiarità per tumore dell’apparato digerente.
In ambulatorio, vedo ogni anno decine di pazienti in questa condizione: alcuni hanno già segni di Barrett senza saperlo. In altri, per fortuna, l’esame è negativo e basta un controllo ogni 3-5 anni. Ma il punto è: non aspettare che compaiano sintomi “gravi”. Il tumore esofageo, purtroppo, nelle fasi iniziali è spesso silenzioso.
Si può prevenire?
La prevenzione si fa su due fronti:
✅ Controllare il reflusso
Con terapia medica (PPI), perdita di peso, dieta adeguata, sospensione del fumo e – se indicato – chirurgia antireflusso.
✅ Monitorare l’esofago
Con gastroscopie regolari nei pazienti a rischio e biopsie mirate quando indicato. Oggi esistono anche tecniche endoscopiche avanzate che permettono di trattare displasie lievi o Barrett precoce senza arrivare alla chirurgia demolitiva.
E se il tumore è già presente?
Se diagnosticato in fase precoce, l’adenocarcinoma esofageo può essere trattato con endoscopia o chirurgia curativa. Purtroppo, in Italia, la diagnosi è ancora troppo spesso tardiva.
Per questo, ogni reflusso importante va considerato un segnale d’allarme, e non un fastidio da mascherare con l’antiacido dopo cena.
Conclusione: ascolta il tuo esofago
Il reflusso gastroesofageo può sembrare banale, ma non lo è. Quando è persistente, notturno, associato a dolore toracico, raucedine, calo di peso o difficoltà a deglutire, va indagato seriamente.
La diagnosi precoce è la vera cura. E non si fa su Google, ma con un medico esperto e una gastroscopia ben fatta.
Dr. Francesco Caruso
Specialista in chirurgia dell’apparato digerente
Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia
📍 Visite specialistiche in Calabria, Milano e online
📞 333 8887415


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