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Stenosi anale - cause e soluzioni

Aggiornamento: 9 ago

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Dr. Francesco Caruso - Specialista proctologia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail carusochirurgo@gmail.com

La stenosi anale è una condizione più comune di quanto si pensi, ma anche una delle più sottovalutate e mal trattate. I pazienti riferiscono dolore lancinante alla defecazione, sangue vivo, senso di ostruzione, sforzo eccessivo, evacuazioni incomplete, spesso descritte come “a filo sottile”. Ma troppo spesso tutto questo viene attribuito a "emorroidi" o a “colon irritabile”, senza una diagnosi accurata.


La verità è che quando il canale anale si restringe patologicamente, il paziente non solo soffre, ma vive con una costante paura di andare in bagno.


Cos’è la stenosi anale?


Per le linee guida ASCRS 2023 (Anal Stenosis Guidelines, Steele et al., Dis Colon Rectum), si definisce stenosi anale il restringimento patologico del canale anale, dovuta a fibrosi, infiammazione cronica o danni post-chirurgici.


Si distingue in:

  • Lieve: fastidio alla defecazione, ma canalizzazione conservata

  • Moderata: dolore e sforzo evacuativo significativo, possibile lacerazione

  • Grave: difficoltà estrema, necessità di clisteri, feci sottili o impossibilità a evacuare


Le cause principali sono:


  • Chirurgia anale pregressa, in particolare emorroidectomia tradizionale troppo aggressiva

  • Malattia infiammatoria intestinale

  • Radioterapia pelvica

  • Traumi anali ripetuti

  • Ragadi croniche con esiti fibrotici

  • Infezioni perianali gravi mal gestite


Il caso che mi ha insegnato a prevenire


Un uomo di 63 anni, ex fumatore, operato 6 anni prima di emorroidi con tecnica escissionale classica. Da allora, dolore alla defecazione, uso continuo di pomate, stipsi ingravescente. Alla visita: lume anale fibrotico, rigido, stretto. Diagnosi: stenosi anale post-chirurgica grave. Dopo una prima fase di dilatazioni graduate fallite, abbiamo eseguito una plastico-anoplastica sec. House modificata, con avanzamento mucocutaneo bilaterale.

A tre mesi il paziente è tornato a defecare regolarmente, ha ripreso a viaggiare e mi ha detto:“Non era solo il dolore. Era l’umiliazione quotidiana, il sentirsi ostruito. Mi ha ridato dignità.”


Diagnosi: serve esperienza e occhio clinico


Spesso la diagnosi è sottovalutata o completamente mancata. È sufficiente una visita proctologica attenta, un’esplorazione digitale (se tollerabile) e, nei casi più complessi, una anoscopia o una valutazione con dilatatori calibrati.

In alcuni pazienti, è utile anche una manometria anorettale o una ecografia endoanale, per distinguere la fibrosi del canale anale da una ipertonia funzionale.


Trattamento: chirurgia solo quando serve


Secondo SICCR 2022 e ESCP 2023, la gestione della stenosi anale dipende dalla gravità:

  • Stenosi lieve: trattamento conservativo con dieta ricca in fibre, lassativi osmotici blandi, unguenti emollienti e dilatazioni graduate autogestite con dilatatori lubrificati

  • Stenosi moderata: dilatazioni manuali o meccaniche periodiche, con controllo specialistico

  • Stenosi grave: chirurgia plastica ricostruttiva (anoplastica con lembi di avanzamento: House, V-Y, lembi cutanei, mucosi o compositi)


Oggi eseguo anoplastiche mininvasive, spesso in anestesia spinale, con tecniche conservative che preservano la sensibilità e la continenza. La mia priorità è non solo risolvere il restringimento, ma restituire al paziente la fiducia nel proprio corpo.

Un altro caso, un’altra lezione


Una donna di 58 anni, con ragade posteriore cronica e ipertono sfinterico, era stata sottoposta altrove a multipli trattamenti topici senza esito. All’esplorazione: lume anale ridotto, fibrotico, introito rigido. Non era più una semplice ragade, ma una stenosi secondaria non riconosciuta. Dopo una sfinterotomia limitata e anoplastica mucosa posteriore, ha ripreso a defecare con regolarità, senza dolore, senza lassativi.

“Sono tornata a mangiare senza paura. E soprattutto, ho smesso di sentirmi sbagliata.”

Il mio messaggio ai pazienti e ai colleghi


  • Se un paziente ha feci sottili, dolore evacuativo cronico, o usa regolarmente clisteri: valutatelo per stenosi

  • Se ha una storia di chirurgia anale e peggioramento progressivo: non aspettate

  • Se si sente umiliato e inascoltato, probabilmente ha bisogno di essere visto da un proctologo esperto


La stenosi anale si può trattare. Con approcci graduali, rispettosi, efficaci. E in mani esperte, la chirurgia non è un nemico, ma una liberazione.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

Iscr. Ord. med. RM/57003 - PI 11455741006

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415

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