Papille ipertrofiche e marische perianali: quando il fastidio è benigno, ma reale
- Francesco Caruso
- 14 lug
- Tempo di lettura: 2 min

Nella pratica proctologica quotidiana, non è raro che pazienti arrivino in ambulatorio allarmati per la comparsa di una “pallina” o di un’escrescenza” anale. A volte brucia, altre volte prude, altre ancora è del tutto asintomatica. Ma in ogni caso crea disagio.
E spesso, dietro questi piccoli rilievi, ci sono due condizioni completamente benigne: le papille ipertrofiche e le marische perianali.
Cos’è una papilla ipertrofica?
Le papille anali sono piccole strutture mucose normalmente presenti nel canale anale, a livello della linea dentata. Quando si infiammano o irritano — tipicamente a causa di una ragade anale cronica — possono ipertrofizzarsi, diventando visibili e palpabili.
Secondo le linee guida ASCRS 2023, le papille ipertrofiche sono:
Lesioni mucose, non cutanee
Indolori, a meno che associate a infiammazione acuta o ragade
Stabili nel tempo, non aumentano di dimensioni
Non precancerose
E le marische?
Le marische sono invece esiti fibrotici cutanei, generalmente residuo di:
una trombosi emorroidaria esterna spontaneamente risolta
una infiammazione prolungata perianale
un trauma evacuativo (sforzi ripetuti, diarrea cronica, parto)
Sono lembi cutanei molli, flaccidi, talvolta multipli, talora penduli, che non provocano dolore, ma possono dare fastidio estetico o interferire con l’igiene.
Nessuna delle due condizioni è maligna. Ma entrambi i casi richiedono una diagnosi corretta, per evitare terapie inutili o inappropriate.
Una storia classica
Donna, 34 anni, sportiva, riferisce da mesi la sensazione di “corpo estraneo” anale. Ansiosa per familiarità oncologica. All’autopalpazione avverte una “pallina interna”, mai sanguinante, ma fastidiosa. Visita: papilla ipertrofica a ore 6, verosimilmente da pregressa ragade guarita spontaneamente. Niente emorroidi, canale anale normotonico.
Tranquillizzata, seguita per 2 mesi, completamente asintomatica. Nessuna terapia chirurgica necessaria.“Mi ha tolto un peso enorme. Pensavo fosse qualcosa di grave.”
E quando invece si interviene?
Un paziente di 60 anni, con 4 marische perianali prominenti, lamentava difficoltà nell’igiene e disagio psicologico, soprattutto in estate. Dopo attenta valutazione, esclusione di patologie associate e conferma dell’indicazione, si è proceduto a marisectomia selettiva, in anestesia locale con sedazione.
Risultato estetico eccellente, ripresa immediata. A due settimane ha detto:“Non ho mai avuto problemi veri, ma ora mi sento finalmente pulito e a posto.”
Quando vanno trattate?
Le linee guida SICCR e ASCRS suggeriscono di non rimuovere papille o marische di routine, salvo quando:
Creano fastidio meccanico reale
Compromettono l’igiene
Sono esteticamente invalidanti (a richiesta informata)
Sanguinano o infiammano ripetutamente
Simulano lesioni più serie (in caso di dubbio diagnostico)
È fondamentale eseguire la rimozione solo in ambiente specialistico, evitando trattamenti “estetici” non indicati e rispettando l’integrità sfinterica.
Il mio approccio
Ogni lesione anale visibile o palpabile merita un’attenta valutazione con anoscopia e visita proctologica dettagliata. I pazienti vengono rassicurati, educati e seguiti nel tempo.
La chirurgia, quando necessaria, è semplice, ben tollerata e risolutiva — ma non deve mai essere né automatica, né sottovalutata.
Papille e marische non sono mai pericolose, ma lo diventano se diagnosticate male o trattate frettolosamente.
Comments