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Papille ipertrofiche e marische perianali: quando il fastidio è benigno, ma reale

Dr. Francesco Caruso - Specialista proctologia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail carusochirurgo@gmail.com
Dr. Francesco Caruso - Specialista proctologia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail carusochirurgo@gmail.com

Nella pratica proctologica quotidiana, non è raro che pazienti arrivino in ambulatorio allarmati per la comparsa di una “pallina” o di un’escrescenza” anale. A volte brucia, altre volte prude, altre ancora è del tutto asintomatica. Ma in ogni caso crea disagio.

E spesso, dietro questi piccoli rilievi, ci sono due condizioni completamente benigne: le papille ipertrofiche e le marische perianali.


Cos’è una papilla ipertrofica?


Le papille anali sono piccole strutture mucose normalmente presenti nel canale anale, a livello della linea dentata. Quando si infiammano o irritano — tipicamente a causa di una ragade anale cronica — possono ipertrofizzarsi, diventando visibili e palpabili.

Secondo le linee guida ASCRS 2023, le papille ipertrofiche sono:


  • Lesioni mucose, non cutanee

  • Indolori, a meno che associate a infiammazione acuta o ragade

  • Stabili nel tempo, non aumentano di dimensioni

  • Non precancerose


E le marische?


Le marische sono invece esiti fibrotici cutanei, generalmente residuo di:

  • una trombosi emorroidaria esterna spontaneamente risolta

  • una infiammazione prolungata perianale

  • un trauma evacuativo (sforzi ripetuti, diarrea cronica, parto)


Sono lembi cutanei molli, flaccidi, talvolta multipli, talora penduli, che non provocano dolore, ma possono dare fastidio estetico o interferire con l’igiene.

Nessuna delle due condizioni è maligna. Ma entrambi i casi richiedono una diagnosi corretta, per evitare terapie inutili o inappropriate.

Una storia classica


Donna, 34 anni, sportiva, riferisce da mesi la sensazione di “corpo estraneo” anale. Ansiosa per familiarità oncologica. All’autopalpazione avverte una “pallina interna”, mai sanguinante, ma fastidiosa. Visita: papilla ipertrofica a ore 6, verosimilmente da pregressa ragade guarita spontaneamente. Niente emorroidi, canale anale normotonico.

Tranquillizzata, seguita per 2 mesi, completamente asintomatica. Nessuna terapia chirurgica necessaria.“Mi ha tolto un peso enorme. Pensavo fosse qualcosa di grave.”


E quando invece si interviene?


Un paziente di 60 anni, con 4 marische perianali prominenti, lamentava difficoltà nell’igiene e disagio psicologico, soprattutto in estate. Dopo attenta valutazione, esclusione di patologie associate e conferma dell’indicazione, si è proceduto a marisectomia selettiva, in anestesia locale con sedazione.

Risultato estetico eccellente, ripresa immediata. A due settimane ha detto:“Non ho mai avuto problemi veri, ma ora mi sento finalmente pulito e a posto.”


Quando vanno trattate?


Le linee guida SICCR e ASCRS suggeriscono di non rimuovere papille o marische di routine, salvo quando:

  • Creano fastidio meccanico reale

  • Compromettono l’igiene

  • Sono esteticamente invalidanti (a richiesta informata)

  • Sanguinano o infiammano ripetutamente

  • Simulano lesioni più serie (in caso di dubbio diagnostico)


È fondamentale eseguire la rimozione solo in ambiente specialistico, evitando trattamenti “estetici” non indicati e rispettando l’integrità sfinterica.


Il mio approccio


Ogni lesione anale visibile o palpabile merita un’attenta valutazione con anoscopia e visita proctologica dettagliata. I pazienti vengono rassicurati, educati e seguiti nel tempo.


La chirurgia, quando necessaria, è semplice, ben tollerata e risolutiva — ma non deve mai essere né automatica, né sottovalutata.

Papille e marische non sono mai pericolose, ma lo diventano se diagnosticate male o trattate frettolosamente.

 
 
 

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