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Morte neonato Cetraro e i punti nascita: perché il numero dei parti eseguiti conta più della distanza

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Dr. Francesco Caruso - Specialista in chirurgia mininvasiva e senza dolore - Tel. 333/8887415 - mail: carusochirurgo@gmail.com

La morte del neonato all’ospedale Gino Iannelli di Cetraro non può essere letta come un semplice episodio isolato. Al di là delle indagini in corso e del dolore dei genitori, la tragedia pone una questione sistemica: quanto conta il volume di attività di un punto nascita per garantire sicurezza e competenza?


Morte neonato Cetraro: Volume di attività e sicurezza


Linee guida internazionali, tra cui quelle del Ministero della Salute (Decreto Ministeriale 11/11/2015) e documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sottolineano un principio semplice ma spesso ignorato: un punto nascita con un volume adeguato – generalmente 1000 parti o più all’anno – permette al personale di acquisire esperienza consolidata, affinare procedure critiche e gestire con maggiore sicurezza eventi avversi, anche quelli rari.


Ogni parto è unico, e la probabilità di complicazioni gravi non può mai essere azzerata; ma più parti si assistono, più il personale sa riconoscere precocemente segnali di rischio e intervenire con rapidità ed efficacia.


Le deroghe e il paradosso della distanza


La legge italiana non ignora le peculiarità territoriali. In zone geografiche svantaggiate o isolate, alcuni punti nascita possono operare con meno di 500 parti all’anno, in regime “in deroga”. In queste strutture, però, è richiesto che siano garantiti standard elevati di sicurezza, che comprendono protocolli rigorosi, formazione continua e, soprattutto, mezzi di trasporto adeguati per trasferimenti urgenti.


Il paradosso è evidente: il cittadino di un’area remota può ritenere il punto nascita più vicino come scelta obbligata, senza conoscere realmente quanti parti vi vengono effettuati, quali sono i tassi di complicanze o la disponibilità reale di personale qualificato nelle 24 ore. La vicinanza geografica diventa un criterio decisivo, spesso più della competenza effettiva e dei risultati ottenuti.


La necessità di trasparenza


È scandaloso, nel 2025, che una famiglia possa essere costretta a scegliere un reparto solo perché “vicino a casa”, senza avere accesso a dati essenziali come: numero annuale di parti, percentuale di cesarei, tassi di mortalità e complicanze, disponibilità di anestesisti e neonatologi h24.


In molti Paesi europei – ad esempio in Danimarca e Finlandia – queste informazioni sono pubbliche, facilmente accessibili e aggiornate. Le famiglie possono quindi prendere decisioni consapevoli, scegliendo sicurezza e qualità piuttosto che comodità.


In Italia, invece, il principio della trasparenza è ancora largamente disatteso. L’assenza di dati pubblici genera un corto circuito tra sicurezza e prossimità: il cittadino è costretto a fidarsi della distanza, mentre la legge permette deroghe che riducono i volumi critici e, inevitabilmente, il livello di esperienza acquisita dal personale.


Criticità dei bassi volumi


Un reparto che assiste pochi parti l’anno rischia di avere personale meno esperto, protocolli meno rodati e una capacità limitata di affrontare eventi rari ma potenzialmente gravi. Questo non significa criminalizzare i medici, né sottovalutare la complessità di lavorare in contesti periferici; significa riconoscere un dato scientifico incontrovertibile: la sicurezza ostetrica aumenta con l’esperienza e con la frequenza dei casi.


La tragedia della morte del neonato a Cetraro è, in questo senso, un campanello d’allarme. Non possiamo più ignorare che la sicurezza dei neonati e delle madri dipende anche da scelte organizzative, trasparenti e basate su evidenze, non solo da buone intenzioni o dalla vicinanza geografica.


Conclusioni


Non si tratta di chiudere punti nascita, ma di mettere la comunità nelle condizioni di scegliere consapevolmente, con informazioni concrete e aggiornate. È necessario pubblicare i dati di attività e risultati, formare il personale, garantire trasferimenti rapidi e investire in standard strutturali elevati. Solo così la prossima tragedia potrà essere prevenuta, trasformando una scelta obbligata in una scelta consapevole, sicura e rispettosa della vita.


Dr. Francesco Caruso

Specialista in chirurgia dell’apparato digerente

Chirurgia mininvasiva, proctologia, gastroenterologia

Iscr. Ord. med. RM/57003 - PI 11455741006

📍 Disponibile per visite specialistiche in Calabria, Milano e telemedicina

📞 Per appuntamenti: 333 8887415


📅 𝗣𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮 𝗼𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮!

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𝗖𝗢𝗠𝗠𝗘𝗡𝗧𝗔, 𝗠𝗘𝗧𝗧𝗜 𝗠𝗜 𝗣𝗜𝗔𝗖𝗘 𝗘 𝗖𝗢𝗡𝗗𝗜𝗩𝗜𝗗𝗜. Per me è molto importante. Se non metti mi piace e non commenti, potrei non poter più scrivere articoli divulgativi come questo.


✅ 𝗩𝗲𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗰𝘂𝗿𝗿𝗶𝗰𝘂𝗹𝘂𝗺 𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶:


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